Gli avevano rubato la scena per un po’, quei bravi ragazzi dei tavoli high stakes. Per un po’ troppo, forse. Ed ecco allora che Phil Ivey è tornato prepotentemente sotto i riflettori di Full Tilt Poker, e lo ha fatto alla sua maniera, ovvero meravigliando e siglando un record.
Il tutto è cominciato quando Gus Hansen ha deciso di sedersi ad un tavolo diverso dal solito, ovvero quello dell’H.O.R.S.E., una delle specialità più tecniche che esistano nel poker.
Il danese è in pesante perdita quest’anno ai tavoli di No Limit Hold’em e Pot Limit Omaha, ed ha forse cercato in questo modo di provare a invertire la tendenza. Le conseguenze sono facili da immaginare: a questi livelli i giocatori più forti vanno dove sentono odore di guadagno, ed è così che tutti hanno disertato i tavoli abituali per non perdersi un posto accanto al buon Gus. Si sono infatti dati appuntamento Tom “durrrr” Dwan, Phil “OMGClayAiken” Galfond, David Oppenheim e Chau Giang.
E con Patrik Antonius grande assente, Phil Ivey è letteralmente salito in cattedra, con la serata che ha preso una piega diversa da quella che ci si sarebbe potuta aspettare inizialmente. Se infatti Gus Hansen nell’arco di ben 2.500 mani ha chiuso con un passivo di “soli” 69.000$, tutti gli altri sono stati letteralmente sbranati dal più atteso fra i November Nine. E non a caso. Ivey è infatti considerato assieme ad Antonius il giocatore più completo in assoluto, capace di padroneggiare con disinvoltura imbarazzante ogni genere di variante del poker, e la notte appena trascorsa non ha fatto che confermare la sua reputazione.
Le cifre che riassumono i passivi dei suoi avversari sono impietose, visto anche che stiamo parlando di top players. Al termine della sessione, Phil Galfond arriverà a perdere 444.000$, Tom Dwan 343.000$, Chau Giang 289.000 e David Oppenheim 245.000.
Dal canto suo, Phil Ivey come unico mattatore mette assieme un milione e 160.000 dollari, la più alta vincita mai registrata finora nella storia dell’online di questa specialità.
Fra l’altro la variante fixed limit - ovvero con l’entità delle puntate e dei rilanci predeterminati - dovrebbe rendere più difficile la creazione di piatti enormi, ma d’altro canto premia maggiormente l’abilità del giocatore, e l’edge dello statunitense nei mixed games è evidentemente enorme.
Chissà cosa avrà pensato Gus Hansen, che per una volta ha visto gli squali sbranarsi fra loro uscendo dall’acqua quasi indenne.
Di certo, nessuno di quei protagonisti considererà chiusa qui la questione, ed è probabile che nelle prossime settimane troveremo nuovamente azione in questa specialità. Anche se, con Ivey ed Antonius nei paraggi, non crediamo che per tutti gli altri sia davvero una buona idea.