Di solito le banche si occupano di prestiti, mutui, consulenze su investimenti a famiglie ed imprese. Quello che non ci si aspetta da un istituto di credito è che investa in gambling, ma è proprio quello che sta succedendo a Las Vegas in questi giorni. La banca protagonista dell’impresa è la terza per importanza a livello mondiale: la tedesca Deutsche Bank, che – in barba alle convenzioni – ha deciso di aprire un enorme hotel-casinò di lusso a Sin City.
La struttura si chiamerà “The Cosmopolitan Las Vegas” e dominerà la Strip dall’alto delle sue enormi due torri. Un lusso “rilassato” – come recita lo slogan – sarà il tema dell’hotel: 3000 camere, ristoranti, night club, piscine, insomma tutti i servizi che ci si aspetta da un hotel del genere. Ma siamo a Las Vegas e - ovviamente - sarà il casinò la punta di diamante del Cosmopolitan.
Al piano terra il casinò, con vista sulla Strip, darà il benvenuto agli ospiti e ai player in cerca di novità come le misteriose Casino Cabanas, che saranno mostrate solo il giorno dell’apertura. Sono circa 10.000 metri quadri di ultra moderne slot, tavoli da blackjack, craps, roulette e poker room che promettono tanta azione per i miliardari del pianeta ma anche per i comuni mortali a caccia di emozioni forti: in questo Las Vegas è molto democratica!
L’azione ai tavoli partirà ufficialmente il 15 dicembre, giorno in cui il Cosmopolitan sarà inaugurato in pompa magna. Ad intrattenere gli ospiti del party inaugurale, infatti, ci saranno nientemeno che Jay-Z ed i Coldplay.
In realtà, Deutsche Bank in origine era solo la finanziatrice. Ma quando nel 2008 – l’anno nero dell’economia USA – il costruttore dichiarò fallimento, la banca tedesca pignorò il progetto e decise inaspettatamente di investire altri 3 miliardi di dollari per portare a termine l’opera.
Quello che lascia perplessi è il perché un colosso come Deutsche Bank si sia esposto in un investimento così - è proprio il caso si dirlo - azzardato. Ad oggi il progetto è in perdita già di 1 miliardo di dollari ed è notizia fresca di questi giorni la migrazione dei player americani verso i paradisi del gambling emergenti di Macao e Singapore. Per non parlare del successo del poker online, che ha influito non poco nella crisi dei casinò.
Che dire? Forse Las Vegas non è più l’attrazione del gioco d’azzardo che era una volta e già dalla Strip commentano che piuttosto che un altro hotel-casinò, per la banca sarebbe stato meglio aprire una filiale...