Il dealer appoggia la carta sul tavolo accanto alle altre 4 già scoperte, picchia come da rituale un pugno sul tavolo e la solleva lentamente. Io mi sono chinato per vederla prima, per non soffrire, la speranza negli occhi. Cinque di picche, niente quadri, niente assi o nove ...
Il dealer appoggia la carta sul tavolo accanto alle altre 4 già scoperte, picchia come da rituale un pugno sul tavolo e la solleva lentamente. Io mi sono chinato per vederla prima, per non soffrire, la speranza negli occhi. Cinque di picche, niente quadri, niente assi o nove: coppia di sette vince il piatto. Questo è il noto epilogo ma il bello è quello che i più non sanno, quello che è successo prima, il lungo percorso che mi ha portato fin lì.
Tutto inizia in una normale serata Luganese correlata dalla solita sessione di cash game. Soliti discorsi al tavolo, solite cose e la lunga onda dei successi del “Diablo” (Gino Alacqua). Così un giocatore butta là una proposta: ”Perché non vai a fare Dortmund che stiamo in società?!”. Però! Bell’idea! Chiamiamo l’amico Mazzia, che è uno che questi tipi di viaggi li intraprende volentieri.
Detto, fatto! Domenica 27 si parte in macchina alla volta delle lande tedesche, formazione: Alessio Isaia, Daniele Mazzia e il sottoscritto. Viaggio in nottata divertente e arrivo allo sbaraglio senza albergo, ma è una questione di qualche decina di minuti e siamo sotto coperta.
Il giorno successivo ci rechiamo al casinò convinti di poter partecipare al super – satellite per l’EPT ma, amara sorpresa, il torneo è sold out da giorni. Rassegnati a pagare l’intera quota causa disorganizzazione, ci rechiamo a fare un po’ di cash game prima di iniziare, tutti e 3 giochiamo il day 1A, il giorno seguente, dell’EPT.
Quando entriamo al casinò per giocare il nostro secondo grande torneo europeo sono parecchie le facce note che incrociamo, tra l'altro ci mettiamo in fila assieme a Dario Minieri e Simone Gallitti scoprendo che il tavolo più interessante di giornata era capitato proprio a me che avevo pescato, oltre allo stesso Dario, Katja Tather e Sorel “zangbezan” Mizzi!
Non mi perdo d'animo, convinto di poter fare bene tra tanti campioni, e gioco abbastanza spigliato, senza timori reverenziali. Tant’ è che la mano decisiva del day 1 mi capita proprio in uno scontro con Mizzi in cui i miei due Re hanno la meglio sul suo AQ, in un turbine di rilanci che han portato tutte le nostre chips al centro prima che il dealer abbia girato il flop! Rilanci dovuti al tipo di gioco finora adottato da entrambi e cioè molto loose. Dopo questo piatto il mio torneo è stato tutto in discesa poiché grazie ad uno stack sopra la media e una struttura ottimale di torneo ho potuto imporre il mio gioco anche negli altri tavoli dove sono capitato, ed infatti chiudo secondo in chip il day 1 senza mai incassare grossi piatti, ma con molta costanza e una serie di piatti medi incamerati senza troppi problemi. Daniele riesce seppur short a passare il day 1, mentre Alessio deve capitolare dopo 6-7 ore senza sussulti.
Si riprende quindi 48 ore più tardi, io sono ben deciso a non chiudermi poiché penso di non aver ancora fatto nulla, ma che la strada sia ancora lunga. Dopo un inizio teso a costruire un immagine tight al tavolo, comincio a fare parecchio gioco, riuscendo ancora una volta a salire nel chipcount in maniera molto lineare.
Vinco un buon piatto in all-in pre flop, elimino un giocatore molto attivo in maniera rocambolesca (all-in pre-flop AK vs KQ) per poi riuscire a conquistare la leadership del torneo quando un giocatore con uno stack medio decide di mettere tutte le sue chips con AQ al mio terzo rilancio con AKs! All’improvviso però qualche battuta d’arresto con un 3 way all-in. Pre-flop con me che mi presento allo showdown con 10-10 e i miei avversari espongono AK e 99. Il colpo sembrerebbe chiuso sul flop: 10-8-3 rainbow! Ma un'improbabile scala runner-runner (7 e J) mi tolgono un piatto davvero cospicuo! Poco male perché continuo a macinare finchè la bolla non scoppia (a farne le spese proprio Daniele sfortunatissimo con i suoi K incrocia due assi!!!) e chiudo il day 2 terzo nel chipcount generale!
Il giorno seguente ero ben deciso ad incrementare il mio stack per cercare di raggiungere il tavolo finale con uno stack adeguato. Il tavolo sorteggiato non era dei migliori ma dopo qualche ora di gioco riesco a portarmi a quota 400.000 chip eliminando il giocatore francese che aveva chiuso il day 1 come chip leader, ma che poi aveva commesso l’errore di chiudersi troppo rimanendo in short stack pur di andare a premio, tattica che personalmente non condivido.
A questo punto del torneo, rimasti in una ventina, sono seduto con il chip leader alla mia destra, tale Mc Donald (vincerà poi il torneo), con cui ho uno scontro molto duro in una lotta di blinds che mi costa parecchio e mi riporta in media attorno alle 200.000 chips, e qui per me comincia un altro torneo. Per la prima volta da 3 giorni non ero più in big stack ma semplicemente in average. Così decido di cambiare marcia e di chiudermi in attesa del colpo giusto che però non arriva. Riesco comunque senza problemi a portarmi al tavolo finale, anche se non come volevo (cioè con uno stack importante) ma in short stack, settimo di otto rimasti. Una volta chiuso il day 3 e quindi con l’avvicinarsi del tavolo finale il calore del pubblico e dei miei sostenitori si fa sentire, tant’ è vero che mi raggiungono a Dortmund parecchi miei amici che fino ad allora mi avevano seguito ma solo da casa! Sono rimasto davvero colpito da questa dimostrazione di amicizia e di affetto!
Sono dunque molto carico e pronto a non deludere nessuno, a giocare al meglio, e così studio a tavolino con Alessio una tattica in base ai vari giocatori, posizione e stack: decido di prendere raramente io l’ iniziativa per primo (se non con premium hand) ma piuttosto di rubare i rilanci anche con mani trash ma purchè con tempistica giusta sui giocatori giusti. Se mai vedrete il filmato del tavolo finale infatti noterete come in un caso abbia passato A-J da UTG quando eravamo in 6, ma anche come abbia fatto all-in con Q4 su di un raise in posizione di un giocatore loose. Una strategia che mi ha portato a fare ben 8 All-in! Tutti vinti senza mai arrivare allo showdown nonostante ci siano stati raise precedenti!
Però quando eravamo rimasti in 5 e i bui si sono alzati ulteriormente (15-30.000 ante 3.000) il mio stack era di sole 420.000 e la media diceva 800.000, sono stato costretto a mettere di nuovo il mio resto su di un raise precedente di 75.000 con A9s ma stavolta l’avversario ha risposto "call" e non "fold", presentandosi con una coppia di 7 per il più classico dei coin flip. Il resto è storia.
P.S.: grazie a tutti quelli che mi hanno sostenuto da casa e a coloro che si sono spostati per vedermi e che meritano una citazione: Isabelle, Mattia, Grumbi, Nikk, Fabri, Umbo e il suo amico. Grazie ancora!