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Maria Ho

Maria Ho: "La pandemia ha avvicinato tanti nuovi player al poker online"

Come tanti giocatori professionisti e ancor più giocatori amatoriali, anche Maria Ho è costretta a frenare la propria voglia di poker live, lei che carte alla mano ha ottenuto molti più risultati rispetto ai tavoli virtuali.

Intervistata da Daniel Gardner di CalvinAyre.com, la giocatrice americana di origine asiatiche ha riflettuto proprio sulla pandemia, cercando di trovare qualche spunto positivo – se mai ce ne siano – proprio per il settore del poker.

Un nuovo senso di comunità

Casinò chiusi, poker room con le serrande abbassate, grandi circuiti che non potendo organizzare i tour live si reinventano online. Insomma, per il poker dal vivo è il più buio dei momenti di una storia ormai centenaria.

Molti giocatori hanno riscoperto il poker online in questi mesi, per altri invece è stata una nuova scoperta. Maria Ho ha le idee chiare a riguardo: Dobbiamo stare attenti a non saturare questa nuova community e questo clima, avverte.

“Perché non si tratta di raccogliere quanta più rake possibile ­­– aggiunge Maria – vogliamo che questi giocatori continuino a giocare a lungo: vogliamo che si innamorino davvero di questo gioco.

Cosa c’è oltre il poker per Maria Ho?

L’impossibilità di partecipare ai tornei ha costretto soprattutto i professional poker player a fermarsi e a riflettere. Non tutti sono come Doyle Brunson, che a oltre ottant’anni partecipa ancora alle più ricche partite high stakes di Las Vegas.

“Penso che amerò per sempre il poker”, ha affermato Maria Ho. “E probabilmente continuerò magari a giocare il Main Event WSOP ogni anno, se potrò. Ma la verità è che il poker è un mental game ma io non so se dentro di me è quel tipo di voglia di combattere (che ha Brunson, ndr) che mi accompagnerà per tutta la vita”.

 

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Dagli albori alla Poker Hall of Fame

Maria Ho ha iniziato a giocare a poker ai tempi del college, un giovedì sera per la precisione: “C’erano questi amici che giocavano sempre di giovedì sera, ma non mi invitavano mai. Un giorno scoprii che nessuna donna aveva mai partecipato alla loro partita. Così una volta mi presentai con una cassa di birra e dissi: ‘ragazzi, adesso mi fate giocare’”.

Naturalmente Maria non conosceva il Texas Hold’em e le prime sessioni le servirono per acclimatarsi: “Ma il gioco mi interessò subito. Sono cresciuta giocando a bridge con mio nonno. Mi è sempre piaciuta la competizione, perciò il poker mi ha preso immediatamente”.

Talmente tanto che oggi Maria Ho è una professionista a tutto tondo, che lavora nel poker da ormai 15 anni tra eventi giocati ed eventi presentati. Ma il riconoscimento più grande, premi vinti a parte, è stato per lei l’introduzione nella Poker Hall of Fame.

“Sono stata la più giovane mai introdotta. Credo sia un risultato che vada al di là di qualsiasi titolo o qualsiasi cifra io possa mai vincere. È qualcosa che mi resterà per sempre. Le donne che mi hanno votato, è grazie a loro se sono qui. Sono loro che hanno preparato il terreno alla gente come me, perciò questo riconoscimento da parte loro significa moltissimo”.

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