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Peter Jepsen, un vincitore EPT in rovina

La vittoria dell'EPT di Varsavia, l'apice della carriera di Peter Jepsen Ricordate Peter Jepsen, il giocatore danese capace nel 2007 di vincere l'EPT di Varsavia per 326.000 euro? Ebbene, dalle pagine del suo blog Jepsen si è lasciato andare ad un amarissimo sfogo, dicendo a chiare lettere di essere finito sul lastrico, tanto come giocatore che nella vita più in generale.

E sappiamo che per un giocatore di poker andare broke è una delle cose più tristi ed umilianti che possano capitare. Che cosa gli è dunque accaduto?

Da un punto di vista economico, possiamo dire che il 2009 è stato per lui un anno disastroso: incapace di vantare anche un solo in the money nei tornei live, le sue sessioni nel cash game non hanno conosciuto sorte migliore, ed infine tutti gli investimenti che aveva posto in essere si sono rivelati un pieno fallimento. Scrive infatti Peter: “Tutte le persone a cui avevo affidato il mio denaro sono semplicemente sparite, oppure mi hanno fatto sapere di aver bruciato tutto quello che avevano, e di non essere pertanto in grado di ripagarmi in alcun modo”.

La mazzata finale alle sue finanze l'ha data il fisco danese con cui era finito in causa da qualche tempo, visto che in Danimarca è illegale giocare  a poker online. Jepsen ha infatti perso la causa, e si è così trovato a pagare una pesante multa che lo ha messo definitivamente a terra. Ma il denaro, si sa, non è tutto.

Peccato che anche per quanto riguarda la salute e gli affetti le cose non gli siano andate bene. Il ragazzo ha infatti dapprima contratto la febbre suina, salvo poi una volta guarito rompersi un piede e sviluppare una grave forma di infiammazione cronica alle mani, che gli impediva di utilizzarle nei gesti più quotidiani. Tutto questo assieme non può che far cadere in una profonda frustrazione, evidentemente: “Quando la vita ti gioca questi brutti tiri in modo assurdo e ingiustificato, si finisce col diventare folli e prendersela con le persone che si hanno attorno. Non l'ho fatto, ma vivevo in un tale stato di disordine che l'amore della mia vita (Frida Johansson, massaggiatrice ufficiale dell'EPT, ndr) non ha più potuto sopportarmi, e mi ha lasciato”.

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Una tale concentrazione di disgrazie ravvicinate rischierebbe perfino di far sorridere, se non fossero tutte drammaticamente reali e niente affatto divertenti, come si evince dalle sue ultime parole: “Così sono qui, senza più una lira, sul cammino per il mio stesso funerale, portando la mia salute ed il mio cuore in una sacca per cadaveri. E' arrivato il momento di stilare i bilanci, e a quanto pare non posso comprarmi neanche un gelato. Il bivio a cui mi trovo di fronte non offre facili vie di uscita. Da una parte c'è un fucile ed una banca sulla sinistra, una corda ed una bara sulla destra, mentre di fronte a me c'è solo lo sconfinato deserto”.

Parole dure, molto amare, che testimoniano quanto la vita del giocatore di poker possa essere dura, e come il vincere un torneo importante non sia affatto garanzia sufficiente di riuscire a sostenerla: Peter Jepsen forse non è stato forte o abile abbastanza, ma gli auguriamo comunque di riuscire a risollevarsi, perché in fondo è questo che rende grande un uomo ancora prima di un giocatore.

 

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