Phil Galfond ha distrutto in poche mani Isildur1 nei tavoli cash game di Full Tilt, ma la stima per il giocatore svedese è rimasta immutata: “è un vero genio”. Il pro, meglio conosciuto online con il nick "OMGClayAiken" è stato uno dei protagonisti in questi giorni degli High Stakes online ed ha riservato parole di apprezzamento al giovane rivale.
“E’ molto difficile da affrontare. Per me lo scandinavo è più forte nel No Limit Hold'em rispetto al Pot Limit Omaha. E’ un tipo di giocatore che riesce a metterti sempre in situazioni scomode, che richiedono molta lucidità.
Quando lo affronto sono molto concentrato a non perdere il mio stile di gioco ma non è semplice, e quando sono stanco lo evito. E’ veramente difficile sfidare players con il suo stile”, ha dichiarato Phil a Bluff Europe.
Galfond però non è preoccupato per le sorti del misterioso player al centro della scena dei tavoli di Full Tilt: “Per me Isildur1 è senza dubbio un grande giocatore. Non ho analizzato le sue statistiche ma sono certo che le sue ingenti perdite su Full Tilt siano determinate soprattutto dalla varianza. Non hanno un grande significato, sono riferite ad un periodo di tempo limitato”.
E’ noto il rapporto di amicizia che lega Phil a Tom Dwan, anche lui protagonista di ricchi profitti a scapito di Isildur1, dopo esserne stato la principale vittima nei mesi scorsi. I due amici hanno però un modo di vivere il poker in maniera diversa: “Rispetto a Tom, sono più attento e prudente, faccio un passo indietro se le cose non stanno andando per il verso giusto. Lui è sempre fiducioso, conosce la varianza e ogni tanto ha subito anche downswings abbastanza importanti. Ma sono certo che farà bene. Io ho un atteggiamento diverso: sono felice della mia vita privata e della mia situazione finanziaria e sono più interessato al mantenimento di essa che a raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi”.
Nonostante sia stato uno dei dominatori dei tavoli cash, Phil mantiene sempre un atteggiamento molto equilibrato, forte anche delle esperienze passate. La sua filosofia è chiara: se non ha un vantaggio su un avversario non lo affronta. “Mi piacerebbe confrontarmi con giocatori forti ma non voglio mai mettere a repentaglio la mia carriera e il bankroll. Non ambisco a guadagnare tonnellate di dollari, mi accontento di quello che ho”. Però si lascia andare ad una promessa per i numerosi appassionati che seguono le vicende degli High Stakes. “Se un giorno non avrò problemi e godrò di una sufficiente solidità finanziaria, sfiderò anche i giocatori più forti, anche senza aver alcun vantaggio. Per ora non credo valga la pena rischiare”.
Secondo Bluff Europe, Phil Galfond è il più grande teorico della sua generazione. Oltre ad essere editorialista della nota rivista, è considerato un ottimo insegnante e il suo sito di training (bluefirepoker, ndr) sta andando bene. E’ nota però la sua posizione critica su alcuni metodi di insegnamento: per lui il pensiero deve ritornare ad essere predominante al tavolo da gioco: “I siti di poker training hanno insegnato uno stile molto standardizzato che si è diffuso nella maggior parte dei players. Oramai tutti applicano concetti come il 3-bet ed altre teorie molto popolari nel gioco online. I giocatori hanno applicato queste strategie anche con un discreto successo ma in realtà non sono più abituati a pensare per conto proprio e questo inizia ad essere un grosso problema soprattutto quando salgono di livello”.
“Il sistema va bene – confida Phil – a livelli bassi, soprattutto nel cash game. Ma quando le poste aumentano bisogna prendere tutto con la dovuta cautela: oramai troppe persone conoscono queste strategie e diventa tutto più prevedibile e pericoloso. I siti di poker training online sono comunque un fenomeno positivo, il loro costo è ridicolo rispetto ai soldi che puoi guadagnare con il poker”.
“La finalità – continua - del training deve essere diversa: gli apprendisti devo imparare a pensare da soli. Io cerco di insegnare ai giocatori a ragionare correttamente con la loro testa; in questo modo troveranno la soluzione giusta in una situazione inedita che nessuno gli ha mai insegnato ad affrontare”.
Come fare ad affrontare avversari più forti? "OMGClayAiken" dispensa preziosi consigli: “bisogna iniziare a giocare al tavolo anche in maniera più originale ed avere l’obiettivo di mettere il tuo avversario in una condizione difficile, inusuale per lui, magari con un’azione fuori dai canoni, inconsueta anche per i libri che si attengono alle più sofisticate teorie dei giochi.
Facciamo un esempio: stiamo affrontando un avversario più esperto, creativo ed intelligente. Se giochiamo da manuale rischiamo di essere dominati. Meglio iniziare a studiarlo e soprattutto a ragionare che tipo di mani potrebbero farlo reagire in un modo o in un altro. Potremo anche pensare di commettere un piccolo errore per indurlo ad un errore più grave. Lo mettiamo in una posizione dove non è abituato a pensare mentre la nostra azione diventa più imprevedibile. Il nostro avversario magari non riesce più a leggerci. In questo modo ci siamo presi un vantaggio soprattutto se pensa che stiamo giocando male e siamo dei cattivi players”. Parole che faranno discutere molto.
“Il mio obiettivo personale è quello di applicare un metodo di insegnamento originale rispetto agli altri. Se vuoi grindare su 14 tavoli, giocare secondo determinati canoni e regole ti permette di fare soldi in modo decente. Ma se hai intenzione di compiere il fatidico salto di qualità, deve imparare a pensare fuori dagli schemi. Spero che anche altri professionisti prendano questo tipo di direzione quando decidono di insegnare poker. Per me istruire e scrivere è una passione. E’ veramente cool pensare che sono stato capace di migliorare il gioco di chi mi legge”.
Il protagonista degli High Stakes ritiene fondamentale analizzare il proprio gioco: “Tutti i giocatori che osservo sembrano molto sicuri di ogni decisione presa. Anche oggi – personalmente – ho giocato molte mani ma non sono sicuro di aver attuato la strategia giusta. Non si può pretendere di conoscere il miglior gioco possibile ma è importante essere consapevoli della ragione che ci ha spinto a quella determinata azione”.