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Poker a Londra 2012?

Da qualche tempo, si sente qualcuno che - ogni tanto - tenta timidamente di parlare di poker in termini di possibile disciplina olimpica. Le reazioni a tale associazione sono spesso discordanti in quanto, se il partito che vede nel Poker solo lo spettro del "malefico azzardo" si ribella come alla più impudente delle eresie, anche i sostenitori del poker sportivo lo vedono come un possibile obiettivo, certamente non primario, e in ogni caso parzialmente in dissonanza con alcuni valori che i Giochi Olimpici - sulla carta - portano avanti.

CircusCasino.com, interfaccia online di un popolare casinò britannico, ha diffuso un comunicato stampa con il quale annuncia di dare il via ad una campagna per inserire il Poker nell'Olimpiade di casa (Londra 2012), come disciplina dimostrativa. L'idea, in caso di esperimento positivo, è di farne una disciplina ufficiale a tutti gli effetti dall'edizione del 2016.

Secondo Peter Nolan, dirigente di CircusCasino, "Il Poker ha ormai un fascino globale, che non pone confini di età o genere, ed è lo sport a più alto tasso di crescita nel mondo". Per queste e molte altre ragioni, CircusCasino dà così il via a questa campagna, per la quale ha già preparato un team che, nelle intenzioni del promotore, dovrebbe rappresentare i colori dello "Union Jack" alle Olimpiadi di casa, Londra 2012. Si tratta di David “Devilfish” Ulliott, Neil Channing, Mark Goodwin, Jon Kalmar, Adrian Lambe, Dave Colclough, Lucy Rokach e...dulcis in fundo Vicky Coren (foto sotto), popolare volto televisivo oltre che membro del Pokerstars Team Pro.

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Il cammino davanti è certamente non facile, e non mancano le ragioni per sia per il no che per il sì. Andiamone a vedere qualcuna.
Uno degli elementi imprescindibili del poker, senza il quale esso perde buona parte del suo "cuore", è il denaro in palio. Questa caratteristica certamente andrebbe rivista, in vista di un ingresso tra le discipline olimpiche che, almeno per vocazione, sono un inno al dilettantismo.
A parte le obiezioni che si potrebbero fare sull'enorme business attorno all'Olimpiade, che ne ha da tempo immemore sbiadito l'immagine "decoubertiniana", c'è da considerare almeno un altro fattore a favore dell'idea di un poker inserito nel palinsesto olimpico: nei tornei di poker, soprattutto ad alto livello, regna un tasso di sportività e di "fair play" ai tavoli, da fare invidia a molte discipline sportive decisamente più osannate e celebrate da questo punto di vista. Si viene eliminati, ci si dà la mano, si applaude la giocata dell'avversario...

E poi il poker - non dimentichiamolo, è forse l'unica disciplina al mondo che consente a "pincopallino" di sedersi accanto al celebrato campione e giocarci contro ad un torneo di livello mondiale come un WSOP o un EPT, partendo con pari chance...difficile pensare a qualcosa di più genuinamente competitivo!

 

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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