Il metodo è sempre quello: ignorare una realtà e raccontarne un'altra parallela, dandola in pasto a qualche milione di persone. Il "metodo TG1" colpisce ancora prendendo di mira il poker online, ma i dati dello share in costante picchiata suonano come un avvertimento per Minzolini & co. : "tornate a fare informazione, se ne siete capaci!".
Il telegiornale della rete "ammiraglia" Rai perde costantemente ascolti: gli ultimi dati dicono 16% di share alle ore 20, contro il 20% abbondante del TG5, che ringrazia e porta a casa una leadership nazionale ormai netta.
Non che tutto ciò sia in alcun modo direttamente legato al poker, ma se la qualità globale dell'informazione fornita è paragonabile a quella degli ultimi servizi diffamatori sul texas hold'em, allora questi risultati deprimenti rappresentano solo la conclusione più logica.
Francamente mi sono stancato di ri-scrivere sempre delle stesse cose, e d'altra parte credo anche voi di ri-leggerle. Perchè sempre della stessa "minestra" stiamo parlando: un servizio del TG1 - ieri in prima serata, naturalmente - che mette in fila una serie di idiozie senza costrutto e senza il minimo collegamento alla realtà. Non mi va neanche di scendere troppo nel dettaglio di un pezzo che ignora financo che il poker è un gioco legalizzato da più di 3 anni in Italia, e che i minorenni non possono accedervi per legge. Sappiate però che si è probabilmente toccato il fondo.
Non metterò neanche un link al video perchè sono intimamente convinto che regalare click - o visualizzazioni, che dir si voglia - sia un implicito premio per un servizio ed un tg che non lo meritano neanche un pò, pur nella ovvia consapevolezza di non essere in grado di incidere in maniera rilevante sui numeri e sull'enorme sfera d'influenza che queste testate hanno sull'opinione pubblica. Ma almeno sento di aver agito secondo coscienza.
Mi piacerebbe però soffermarmi sulle possibili ragioni di questa recrudescenza negli attacchi al poker online, sempre più frequenti quanto improbabili, grezzi e dozzinali. Di certo questo periodo, dalla crisi di governo alla nascita di un esecutivo "d'emergenza", ha visto dissolversi alcuni equilibri e consolidarne degli altri, sia squisitamente politici che economico-finanziari.
Il vento è dunque cambiato, ma ancora non è molto chiaro che direzione abbia preso, così rimangono abbastanza oscure le ragioni per le quali alcuni TG della Rai abbiano intensificato il fuoco contro questo improvviso nuovo nemico della società che è il poker online: in appena una decina di giorni, sono ben 3 i servizi di tg Rai (uno per il TG2 e ben 2 per il TG1, ndr) che hanno compiuto autentici attentati alla verità sul mondo del texas hold'em in Italia.
Certo, lo spettro della recessione è dietro l'angolo e ognuno di noi dovrà farci i conti nel suo vissuto, ma a maggior ragione per chi fa dell'informazione il proprio lavoro - e soprattutto se lo si fa all'interno di un Servizio Pubblico - diffondere allarmismi a caso, tra l'altro diffamando a più riprese uno dei pochissimi settori in salute della nostra economia, non è certamente la migliore delle medicine.
Chi scrive non si è comunque limitato a guardare e ad indignarsi: ho scritto a Roberto Pacchetti e Senio Bonini, autori degli ultimi discutibili servizi sul poker online (rispettivamente per il TG1 e il TG2), invitandoli ad un confronto pubblico sul tema. Ancora nessuna risposta da parte dei due colleghi, ma attendiamo fiduciosi: alla loro convinzione che a poker "per uno che vince, in migliaia perdono tutto", rispondiamo con la speranza che nel servizio pubblico "per migliaia che scrivono, ce ne sia uno che prima si informa".
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