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PokerStars allo scontro con le superpotenze di Las Vegas

caesar-palacePokerStars sta diventando l’attrice protagonista nello scacchiere politico dello Stato del Nevada dopo la presentazione del nuovo disegno legge sul gambling online a Las Vegas e dintorni. Il progetto è importante per l’industria del gioco mondiale, visto che consentirà a tutti, anche ai residenti di altri stati, di poter giocare su internet.

Come vi avevamo anticipato, la room dalla picca rossa ha ingaggiato il super consulente Richard Perkins, politico molto influente, ex presidente dell’assemblea del Nevada, determinante nel convincere il deputato William Horne a presentare la prima bozza del regolamento.

Le multinazionali di Las Vegas avevano accolto con favore l’iniziativa di PokerStars ma in un secondo momento qualcosa si è incrinato negli equilibri lobbistici che governano la Strip. MGM Grand e Caesar’s Entertainment si sono dichiarate favorevoli a sviluppare il business del gioco in rete e sostengono anche un progetto di legge federale a Washington ma vogliono tagliare fuori Stars e Full Tilt Poker dall’assegnazione delle licenze.

caesar-palaceLo sostiene il quotidiano ‘Las Vegas Sun’ secondo il quale “i casinò di Las Vegas pensano che sia inevitabile regolamentare il gioco d’azzardo su Internet ma molti non vogliono condividere il business con PokerStars”. Il livello di scontro sembra elevato. Randall Sayre, consulente della poker room, ex membro della gambling commission a SinCity, rincara la dose: “E’ miope chi preferisce sacrificare un’occasione d’oro come questa in nome del protezionismo. Lo Stato del Nevada potrebbe diventare la sede centrale per tutta l’industria dell’e-gaming negli Stati Uniti. E’ assurdo. Se non si inizia a ragionare in questi termini, l’industria tradizionale del gioco rischia di perdere altri due anni”. Secondo Las Vegas Sun, PokerStars sarebbe disposta a trattare e pronta a pagare il 4% sul rake allo Stato del Nevada.

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Alcuni analisti sono molto critici sulla politica delle multinazionali del gioco live: “considerando la crisi in Nevada, qualche anno fa i casinò di Las Vegas avrebbero dovuto acquisire Full Tilt Poker o PokerStars per entrare dalla porta principale dell’online. Ora l’ipotesi più probabile è che avvenga il contrario e che sia Full Tilt Poker ad acquisire una sala da gioco sulla strip”.

Non solo in Nord America si pensa a regolamentare il gioco in rete. In Olanda si stanno compiendo i medesimi passi. In Francia l’attuale legge sarà modificata per rendere il mercato più competitivo per gli operatori ed i giocatori.

Nel frattempo PokerStars non perde tempo e continua a rafforzare la sua struttura operativa a livello internazionale. In queste ore è stato annunciato il ritorno di uno dei suoi manager più in vista: Lee Jones che dopo l’addio del 2007 e le esperienze nell’EPT e in Cake Poker, è stato nominato direttore del comparto Home Games. Ingaggiato anche Guy Templer, ex CEO di NetPlay Tv.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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