Il quarto posto all’EPT di Sanremo è oramai alle spalle ma per Angelo Recchia rimane il grosso rammarico di aver sfiorato il grande colpo e di essere andato vicino ad una vittoria che manca da troppo tempo nella bacheca del poker italiano. Farlo a Sanremo sarebbe stato il massimo. Ed i rimpianti aumentano perché il grinder pugliese è consapevole che gli avversari al tavolo finale, Lacay a parte, era battibili, almeno quel giorno.
Già nel day 5 ci aveva confidato che il field “era molto più duro nelle fasi iniziali del torneo”. Tornato a casa, Angelo ha avuto modo di rielaborare il film della sua notte (quasi) magica.
In che condizioni sei arrivato al final table, dopo cinque giorni di stress psico-fisico?
E’ senza dubbio una bella esperienza:non capita tutti i giorni nella carriera di un poker player giocare un tavolo finale all’EPT. E’ stato un evento abbastanza stressante dal punto di vista mentale negli ultimi giorni. Inoltre il caldo ha accentuato la stanchezza ma al final table sono arrivato in buone condizioni ed ho accusato forse lo scotto solo nelle prime mani, nei livelli successivi penso di aver giocato abbastanza bene.
In molti sostengono che il tuo inizio sia stato condizionato dall’emozione. E’ stato realmente così?
Si un po’ l’emozione ma soprattutto il fatto che dovevo ancora resettare tutto e adattarmi al tavolo, tutto qui. Forse ho sbagliato una mano, con 10-10 dovevo 4-bettare ed invece ho flattato. E’ stata una mossa che non rispecchia il mio gioco. Un giocatore passivo la fa, io non lo faccio di solito. Però alla fine sono riuscito a recuperare, a fare double up con Lacay e da quel momento sono tornato a giocare a pieno regime, deep stack.
Hai studiato bene i tuoi avversari prima del final table? C’è stato qualcuno che non ha giocato in modo standard che ti ha sorpreso?Li avevo conosciuti al tavolo nei giorni precedenti, tranne il giocatore più forte. Lacay l’avevo visto in azione da vicino solo in poche mani (nel day 5, ndr), poi ci avevano diviso. L’unico che ha cambiato un po’ strategia ed ha giocato in maniera più aggressiva è stato Litvinov, alla mia sinistra. Ha giocato male. Rispetto ai giorni precedenti, quando si limitava a chiamare (con top two pair, top pair), al final table ha spinto un po’ di mani in più. Gli altri hanno rispettato il gioco standard, giocando bene.
Dei tuoi avversari chi ti è piaciuto di più?
Senza dubbio Lacay: è bravo ed inoltre ha beccato i colpi al momento giusto, è sempre uscito con un timing perfetto. Purtroppo ha perso l’unico colpo che non doveva perdere: se non veniva scoppiato da Lavallee con A-10 contro A-2 sono certo che sarei andato in heads-up. Saremmo rimasti io e Lacay deep contro il russo che giocava un po’ così… Non ci sarebbe stata storia secondo me.
Il rimpianto più grande al final table? Rimane una mano che non ti riguarda direttamente, ovvero lo scoppio di Lacay contro il canadese? Oppure c’è qualche altro momento decisivo che ti ha visto coinvolto?
Hai detto bene te: la mano che non mi riguarda è quella decisiva e che ha fatto innervosire un po’ Lacay: è stato bravo a rimontare con mani reali, però stava vivendo una situazione limite: era nervoso, la mano seguente ha flattato una 4-bet con K-J offsuited per poi pushare tutto lo stack, una cosa che non avrebbe mai fatto se fosse stato più tranquillo. E’ stata una conseguenza della mano precedente. E’ stato bravissimo a risalire spingendo belle mani, ma era in semi tilt in quel frangente. Diciamo che quella situazione ha penalizzato soprattutto me, perché il canadese lo vedevo spento fino a quel momento.
Sei stato condizionato dal ricchissimo payout oppure hai giocato come sempre?
“Se devo essere sincero ero molto tranquillo e pensavo solo a vincere, non ero scared money. Non consideravo molto il payout: anche all’inizio del tavolo finale ho spinto, ho rischiato anche tutto il mio stack contro Lacay: potevo uscire ottavo in quel momento. A me interessava solo rimontare e ritornare deep, per poter fare il mio gioco. Anche nelle fasi decisive ho mantenuto lo stesso atteggiamento”.
Quindi andresti ai resti anche nella mano finale, spingendo 3 milioni di chips al centro del tavolo?
“Si, te lo posso assicurare. Nella mano precedente, da small blind, ho mandato i resti con 10-7 off contro il russo che era sul big blind e giocava chiuso. Non volevo lasciargli i bui. Nella mano seguente, ci sta che io pushi con A-7, 22 bui, su un’apertura di uno spewer che era deep stack (Lavallee, ndr). Purtroppo ho beccato Lacaay con J-J e l’original raiser con AK (che poi ha foldato). Paradossalmente se Lacay foldava e mi chiamava Lavallee con AK, lo avrei scoppiato…”.
Nessun rimpianto? La mano persa con Lacay quando ha centrato doppia coppia al turn con K9 ti ha condizionato? Il tuo stack si era accorciato…
“Eravamo 4-handed e sono rimasto dopo quella mano con 22 big blinds, la mossa ci può stare a mio avviso. D’altronde io giocavo per arrivare nella top 2, non c’era molta differenza tra arrivare terzo o quarto. Ho giocato per vincere, volevo risalire nello stack in quel momento. Non ho rimpianti perché io ho espresso il mio gioco, io gioco così. Alcuni miei amici mi hanno detto: ma potevi aspettare… Ma io volevo giocare per vincere”.
Credevi insomma di potercela fare?
“Si, quando eravamo 4-handed sinceramente vedevo davanti agli occhi l’ heads-up con Lacay. Ero sicuro di questo, però lo scoppio a favore di Lavallee ha scombussolato un po’ i miei piani. Il canadese era spento e non stava giocando bene. Per il resto sono contento: è una bella vincita a livello economico e soprattutto un’esperienza che mi può dare tanto per il futuro”.
Il canadese come ti è parso da vicino?
A dire il vero giocava un po’ a caso, almeno questa è stata la mia impressione al final table: con mani reali giocava passivo. Con mani non vere spewava, irreale: faceva 3-bet, 4-bet assurde. Poi si è bloccato completamente quando era rimasto con poco stack, non mi è piaciuto molto”.
Dimmi la verità, sei deluso per essere arrivato dietro a Lavallee e Litvinov?
Si è così. Se poi in heads-up perdevo contro un giocatore forte e più esperto come Lacay è lo stesso, ci stavo. Comunque sono contento: il quarto posto è un buon risultato ed inoltre ha vinto un giocatore veramente bravo, complimenti al francese”.
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