Nelle ultime ore si sono susseguite due notizie che parlano di alcune pieghe spiacevoli nel mondo del gioco, due aspetti che tutti noi - operatori ed appassionati - abbiamo il dovere morale di evidenziare e mettere all'indice: la ludopatia e il gioco minorile.
Abbiamo perciò interpellato un esperto, una persona che avete già imparato a conoscere: si tratta del dottor Adelmo Fiocchi, presidente del gruppo Atipica e responsabile del progetto Compulsiòn, di cui vi parlavamo poco tempo fa.
Dunque, per ognuna delle due notizie, Fiocchi ci darà il suo parere di psichiatra esperto di questo genere di problematiche.
Giocatore Patologico non paga debito, giudice gli dà ragione
Bastano queste brevi note per alcune considerazioni interessanti sulla sentenza emessa dal Tribunale di La Spezia in merito ai debiti contratti da un giocatore d’azzardo a cui era stata diagnosticata una dipendenza dal gioco:
- la capacità di intendere, vale a dire attitudine dell'individuo a comprendere il significato delle proprie azioni nel contesto in cui agisce.
- la capacità di volere, intesa come potere di controllo dei propri stimoli e impulsi ad agire
Poter controllare gli stimoli è l’esatto contrario della compulsione. Applicare a questo caso tale definizione significa accostare al comportamento del gioco d’azzardo la definizione di malattia. Se agisco in quanto malato, non posso essere considerato responsabile.
Qui sta il centro della questione a livello psicologico: un comportamento sintomatico è l’espressione di una spinta proveniente dall’inconscio.
Un soggetto è responsabile di ciò che inconsciamente agisce? Ebbene qui il diritto e la psicoterapia divergono: del proprio inconscio qualcosa si sa, il problema è parlarne con un terapeuta che ci aiuti a modificare il nostro rapporto con i nostri desideri. Il progetto Compulsiòn nasce in questa ottica. Perché con un terapeuta? Perché ha la formazione necessaria ad accompagnarci in questo percorso. Un amico non basta. Non siamo stati educati a parlare del desiderio, quanto piuttosto ad agire, spesso purtroppo in forma problematica.
Cosa c’è da capire del desiderio? Facciamo un esempio: un bambino allattato dalla madre. Cosa riceve? Un alimento? Si, ma nel contempo riceve, senza parole, un segno d’amore dalla madre. Ecco cos’è il desiderio nell’uomo. Quel di più che va oltre la dimensione del bisogno e che non riusciamo a fare a mano dal cercare. Ecco perché l’uomo può abbuffarsi fino o rifiutare il cibo fino a morirne.
Eurispes: 'il 27% dei minori gioca a soldi veri'
E’ vero che il fenomeno ha dell’incredibile, ma non può stupirci in quanto osserviamo da tempo quanto gli adolescenti oggi abbiano, sia in termini oggettivi che di possibilità che gli stessi adulti concedono. Telefonini, videogiochi e qualsiasi tipo di tecnologia moderna ormai sono in loro possesso fin dalla tenera età, li maneggiano e si costruiscono un mondo virtuale più facile ed accessibile di quello reale. Con l’avvento dell’era digitale dove tutto è alla portata di una mano ormai è diventata una realtà nota a tutti.
Noi adulti non facciamo mancare nulla ai figli, a volte sostituendo la nostra presenza con qualsiasi nuovo prodigio tecnologico. Non devono far nulla per raggiungerlo e meritarselo perché spesso basta solo che sopportino la nostra assenza,. Il lavoro - e non solo - assorbe i genitori a tal punto che poi stare con i figli, seguirli, monitorarli e responsabilizzarli diventa un’attività trascurata o svolta superficialmente, nonostante venga a parole ritenuta fondamentale.
A ciò si somma il fenomeno sociologicamente osservabile della diminuzione del numero dei figli, che fa sì che i ragazzi diventino una sorta di scommessa per i genitori: devono avere successo, devono essere felici. Per forza, oppure io ho fallito. Il successo è inevitabile e passa attraverso certi simboli.
Ed ecco che allora crescono da soli con l’idea che tutto è possibile, che il valore del denaro è minimo perché non è guadagnato con impegno. Perché fare soldi facili è sempre possibile, perché tutto ciò che chiedono viene loro concesso e dato indiscriminatamente.
Tutti noi desideriamo: desideriamo avere delle cose, desideriamo essere in un certo modo. I desideri di formano all’interno del discorso culturale che circola in una società. E’ quello che ascoltiamo in Tv, leggiamo sui giornali, ascoltiamo nelle chiacchiere sull’autobus o al bar. E i simboli che la nostra società propone sono fin troppo chiari: soldi, potere, abilità, individualità… La dimensione della sfida ha sempre significato la possibilità per un adolescente di farsi riconoscere come parte del mondo degli adulti: dalla caccia al leone delle società primitive all’indeterminatezza della società capitalistica avanzata.
Oggi vediamo che anche gli adulti in crisi per la perdita del lavoro, per i debiti contratti negli ultimi anni, da un tenore di vita magari al disopra delle proprie possibilità a cui non è facile rinunciare, si affidano spesso alla speranza di "vincere" al gioco e di sistemarsi per sempre con il minimo sforzo. L’illusione di una fortuna vinta alla lotteria, alle scommesse, al bingo piuttosto che assicurarsi una rendita per la vita, è un sogno realizzabile o almeno questo è quello che ci viene fatto credere.
Non ci deve stupire quindi che anche gli adolescenti e i più giovani, che hanno meno esperienza e sono più ingenui, ricorrano al sogno del guadagno facile. A maggior ragione, nel mondo virtuale con ie carte di credito e i pagamenti online, dove il denaro non ci passa tra le mani e non abbiamo dovuto “sudare” o impegnarci per averlo, come capirne il valore? Come capire se l’investimento da fare è adeguato? Misceliamo questi ingredienti ed ecco che la ricetta è bell' e pronta.