Non c’è dubbio: il leitmotiv di questa estate 2008 è rappresentato dai giochi di abilità con partecipazione a distanza, più semplicemente detti ‘skill games’. Sì, perché l’offerta di gioco che porta gli italiani ‘in rete’, attraverso il pc di casa, dell’ufficio o dei locali pubblici, è già una realtà. Manca soltanto l’ultimo (fondamentale) passaggio: ovvero, l’introduzione del denaro nelle fasi di gioco. Da qualche tempo ormai, gli skill games vengono offerti in versione ‘dimostrativa’ dalle società concessionarie (che entro breve diventeranno circa trenta in Italia), attraverso la cosiddetta modalità ‘play for fun’.
A SETTEMBRE LE PARTITE ‘VERE’
Questione di giorni ormai: entro settembre infatti, si potranno effettuare le prime partite ‘vere’: a pagamento (Le puntate andranno dai 50 centesimi ai 100 euro, mentre la quota di iscrizione ai tornei oscillerà fra i 10 e i 300 euro) e con vincite reali, in denaro (per i giocatori c’è in palio l’80 percento del montepremi, mentre il restante 20 percento sarà suddiviso tra l’erario, che incasserà il 3 percento, e le società concessionarie, che potranno trattenere fino al 17 percento).
Nonostante la confusione di date ipotizzate da diverse testate negli ultimi giorni non esiste una data ‘ufficiale’ per la partenza degli skill games che, di fatto, hanno già avviato la fase di sperimentazione. Si attende soltanto che le singole aziende concessionarie portino a termine i collaudi tecnologici con Sogei (attualmente interrotti a cavallo di ferragosto, ma riprenderanno già la prossima settimana) per poi ricevere l’ok di Aams, caso per caso.
UN SUCCESSO ANNUNCIATO
In Italia già oggi, secondo le stime degli operatori del settore, ci sono 200 mila persone che giocano a poker online. L’obiettivo degli operatori è quello di conquistare il pubblico gradualmente, lanciando nuovi giochi strada facendo: ma per partire, ovviamente, tutti puntano forte sul poker. Al punto che gli addetti ai lavori si aspettano un giro di almeno 300 mila persone attorno ai tavoli di poker online. "Secondo le ricerche di mercato – scrive il Corriere della Sera – a regime in Italia il business vale almeno 500 milioni di euro all’anno (nel mondo è stimato invece nell’esorbitante cifra di 24 miliardi): 15 milioni in più per l’Erario senza spese aggiuntive. La normativa che ha sbloccato il poker permette anche altri giochi di abilità a soldi: in teoria dalla briscola al burraco, dal bridge ai cruciverba".
Fonte: Gioco&Giochi