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Universita': Il poker e' un gioco di abilita'

Se il Texas Hold'Em sia oppure no da considerarsi un gioco d'azzardo se ne è discusso spesse volte nelle sedi più diverse. Forum, giocatori, esperti, giuristi! Ora, a dare una risposta definitiva, almeno da un punto di vista scientifico, ci ha pensato l'università , la Case Western...

Se il Texas Hold'em sia oppure no da considerarsi un gioco d' azzardo se ne è discusso spesse volte nelle sedi più diverse. Forum, giocatori, esperti, giuristi! Ora, a dare una risposta definitiva, almeno da un punto di vista scientifico, ci ha pensato l'università , la Case Western Reserve University per la precisione. Il Prof. Michael Dedonno ed il Dott. Douglas K. Detterman hanno portato avanti uno studio in tal senso pubblicato recentemente su Gambling Law Review, significativamente intitolato "Poker is Skill".

La ricerca aveva come scopo quello di analizzare dettagliatamente le componenti di una partita di Texas Hold’Em al fine di determinare se si tratta di un gioco di fortuna, assimilabile quindi ai giochi d'azzardo, oppure di un gioco di abilità . Il titolo scelto come titolo della pubblicazione lascia pochi dubbi sul risultato della ricerca: Il poker è abilità !!
FASE 1 - Nel dettaglio, Dedonno e Detterman, hanno formato due gruppi di giocatori ai quali hanno insegnato tutte le regole del poker per poi farli giocare contro un software chiamato Wilson’s Texas Hold’em. Alla fine della lunga sessione di gioco i risultati nei due gruppi erano pressochè identici.
FASE 2 - A questo punto è stata introdotto un elemento di differenziazione. Ad uno solo dei due gruppi sono state impartite lezioni di poker, per così dire, avanzate che insegnavano il valore delle starting hands, l'importanza di seguire l'azione, i betting pattern ed il concetto di giocare poche mani ma buone. Si è ripreso quindi a giocare ma, a differenza della fase 1, i risultati sono stati ben diversi. Il gruppo che ha ricevuto nozioni avanzate ha conseguito risultati dalle 2 alle 5 volte migliori rispetto al gruppo che non disponeva di basi tecnico è strategiche. La prova è stata eseguita nuovamente con un campione più alto di mani giocate (circa 1,000 caduno). Anche i concetti tecnici, per il secondo gruppo, sono stati implementati inserendo nozioni matematiche come il concetto di odds e outs, tattiche di gioco pre-flop, la teoria della posizione!

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Neanche a dirlo il divario riscontrato fra i due gruppi, al termine di questo ulteriore test, è stato ancora maggiore rispetto al precedente. Nella conclusione del loro saggio, DeDonno e Detterman affermano che "la ragione per cui il poker viene ritenuto un gioco di fortuna risiede nel fatto che l’affidabilità  di una singola sessione è bassa. Coloro che ritengono il poker come un gioco di fortuna fondano questa affermazione su un errore comune, verificabile osservando una sola sessione di gioco. Nella breve distanza la fortuna potrà  anche sembrare decisiva ma, a lunga andare, la sua componente determinante finirà  per cedere al peso dell'esperienza. In fondo, le leggi statistiche e la legge dei grandi numeri non sono lì per nulla!

Cosa dire a questi due esimi studiosi se non che il mondo del poker grida questa evidente verità  già  da molti anni?! Che forse, ora che vi sono delle basi scientifiche, la situazione possa cambiare?
Ai legislatori l'ardua sentenza!

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