Quando un' idea è buona, ovunque nasca, trova sempre molti padri disposti ad accoglierla. E' quanto sta accadendo in vari stati della East Coast statunitense, dove molte amministrazioni con l'avvento del nuovo anno sono pronte a legalizzare il gioco ed aprire nuovi casinò.
Resisi conto dell'esplosione del Texas Hold'em e delle potenzialità economiche che questo comporta, molti governatori a stelle e strisce hanno fiutato l'affare, scatenando una concorrenza agguerrita che rischia di sfociare in una vera e propria guerra per sottrarsi giocatori a vicenda.
Nonostante la mecca del gioco sia per definizione Las Vegas, anche la East Coast ha la sua capitale del vizio, che risponde al nome di Atlantic City, in Pennsylvania. Una vera tappa obbligata per chi voglia far visita ai tavoli verdi senza arrivare ad attraversare il Paese. Almeno finora.
L'esplosione di sale da gioco che dovrebbe avvenire di qui a breve rischia infatti di rovesciare gli attuali equilibri creando non pochi grattacapi a chi finora era abituato a farla da padrone.
Il primo stato intenzionato ad accaparrarsi la propria fetta pare essere infatti il vicino Ohio, e la battaglia si allarga sempre di più. Il Connecticut ad esempio ha fatto finora buoni affari, ma teme che questi saranno ben presto rovinati dalla rivalità che si instaurerà ben presto col Massachusetts, ed anche il Maine ed il New Hampshire stanno accarezzando seriamente idea. Per il Delaware è invece tutto deciso: le porte dei casinò apriranno le porte nell'estate del 2010.
In tempo di crisi insomma, il gioco sembra l'unica tassa a cui i Paesi intendano ricorrere ed anche gli Stati Uniti non sembrano fare eccezione, forse perché è la meno avversa agli occhi dei contribuenti, che anzi sono spesso entusiasti che questo genere di offerta sia allargata.
Una sorta di nuova Guerra di Recessione, un risiko dai contorni perfino grotteschi e che rischia di non dare i frutti sperati. Chi riempirà infatti tutte queste nuove sale, davvero c'è spazio per tutti?
Così non sembrerebbe. Secondo studi recenti infatti, le entrate dei vari casinò nel Paese sono in netta diminuzione rispetto al passato, ed è la prima volta che accade da quando il Nevada ha legalizzato il gioco nel 1931. Un fatto senza precedenti che certo era prevedibile alla luce di quanto sta succedendo nel mondo, ma che non per questo manca di portare più di una fronte a sudare.
Tre dei nove casinò presenti in Pennsylvania stanno già navigando in cattive acque, e secondo gli analisti l'anno che è ormai alle porte non promette niente di buono in questo senso.
Paradossalmente quindi, lo spuntare di sale da gioco come fossero funghi rischia di dare il colpo di grazia ad un settore già in crisi, frazionando le risorse disponibili e rendendo tutti scontenti.
A noi non resta che continuare a stare a guardare cogliendo casomai spunto dagli errori altrui. Il nostro è infatti un Paese dove la costruzione di nuove sale da gioco è sull'agenda da anni e anni ma che - almeno per il momento - lì sembra destinato a rimanere.