Nonostante fossero in migliaia alla partenza di questo WSOP Main Event 2009, erano solo 64 i players rimasti a scontrarsi ancora una volta, in questo day 7. L’interesse degli appassionati, oltre che per il nostro connazionale Corrado Montagna (della cui prova abbiamo parlato qui), era tutto rivolto a tre dei giocatori più attesi ed accreditati a mettere una seria ipoteca su un posto al tavolo finale: stiamo naturalmente parlando di Phil Ivey (nella foto), Ludovic Lacay e Antonio “the magician” Esfandiari. I tre si presentavano al via di questa nuova giornata nelle primissime posizioni - rispettivamente terzo, quinto e sesto – e con tutta l’intenzione di continuare ad accumulare chips per seguitare ad essere protagonisti. Quello che li contraddistingue, al di là dei diversi modi di interpretare il gioco, è senza dubbio una aggressività che non solo permette loro di aggiudicarsi numerosi e consistenti piatti, ma anche di mettere pressione ai propri avversari, talvolta inducendoli a giocare in maniera non ideale.
Si prenda ad esempio la seguente mano, che ha visto protagonisti Lacay e Vedes, in quel momento vice chipleader. Dopo un flop che dice 3-4-5, tutto a quadri, Vedes se ne usciva puntando 400k, chiamato dal transalpino. Il turn è un 9 mentre il river un 8, ed entrambi i players si limitavano a checkare le seguenti streets. Alla fine, Vedes mostrerà una coppia di donne. Una mano molto forte, dunque, che pure non è bastata per sentirsi abbastanza tranquillo da uscire puntando nuovamente contro il francese, autore talvolta di giocate discusse e di colpi fortunati, ma a cui non si può negare anche una solida abilità. Tra colpi dati e presi, chiuderà la giornata a quota 5 milioni 610k.
Tuttavia, non sempre i pro più affermati riescono ad infondere questo timore forti della propria immagine. Lo scopre a sue spese lo stesso Esfandiari, il più in difficoltà dei tre, che più di una volta si trovava costretto a mollare piatti importanti dopo un fuoco incrociato di rilanci e controrilanci fra lui e l’oppo di turno. Scivolato per questo nelle ultime posizioni del count, lo statunitense iniziava quindi a spingere sull’acceleratore per recuperare il terreno perduto, riuscendo infine a risalire fino a 4 milioni 470k.
Chi invece sembra trovarsi sempre e comunque a suo agio è proprio Phil Ivey. Aggressivo e lucido, sorridente e calcolatore, la punta di diamante della nutrita scuderia targata Full Tilt dava sempre la netta sensazione di mantenere il controllo della situazione, approfittando delle debolezze mostrate dagli avversari, cogliendoli in bluff o mollando piatti scottanti quando l’aria si fa pesante. Per lui, che può già vantare due braccialetti conquistati in questa edizione delle WSOP, la giornata si chiude in quarta posizione, con uno stack che è lievitato fino a 11 milioni 350mila.
Guardando alle posizioni di testa, Darvin Moon si conferma ancora in cima al chipcount, con ben 20 milioni di chips, inseguito sempre da Billy Kopp, il cui stack sfiora i 16 milioni.
Stanotte, fra i 27 giocatori rimasti, scopriremo quali andranno a comporre l’agognato tavolo finale che designerà, in novembre, il campione del Main Event WSOP 2009, che oltre a laurearsi campione del mondo si aggiudicherà la spaventosa cifra di 8500000 $.
Una cifra che, certo, nessuno vorrà farsi sfuggire.
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