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WSOP 2010: Gran Bretagna da record!

Steve Jelinek stringe in pugno l'agognato braccialetto WSOPLondra si fa bella, e con orgoglio consegna al vento la Union Jack, sostenuta in aria da un’estate che grazie alle WSOP 2010 ed i mondiali di calcio profuma di gloria: con buona pace dei Sex Pistols, per i sudditi di Sua Maestà la Regina pare esserci un radioso futuro.

Un futuro che, in attesa di conoscere l’esito della super sfida Inghilterra-Germania che andrà in scena in Sudafrica, è già presente dall’altra parte dell’oceano, in quella Las Vegas dove finora gli inglesi hanno saputo recitare una prestazione corale maiuscola, andando a piazzare 149 ITM ma soprattutto a vincere ben cinque braccialetti WSOP: un record, per una nazione che non siano gli USA.

Tallonata da un Canada che può contare su quattro vittorie - Canada che curiosamente è uno dei molti ex domini britannici – l’Inghilterra aveva già avuto un solido protagonista nella scorsa edizione in James Akenhead, giunto al tavolo finale del Main Event poi chiuso in nona posizione.

L’ultimo a riuscire a conquistare il trofeo più ambito nelle sale del Rio è stato Steve Jelinek, che appena due giorni fa è riuscito a prevalere anche su Phil Hellmuth: “I nuovi giocatori britannici stanno facendo piuttosto bene, e questo non mi sorprende, ma io non vengo dal poker online, faccio parte della vecchia guardia”.

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E dopo una gioia simile, Steve sembra talmente sollevato da riuscire ad ammettere quello che talvolta è più difficile da dire: “Devo confessare che la mia carriera prima di queste WSOP era in bilico – confessa Jelinek, che ha disputato anche un tavolo finale all’EPT di Montecarlo del 2007 – sono giunto a Las Vegas con l’intenzione di vincere un braccialetto per avere una svolta anche nel bankroll, che era piuttosto calato negli ultimi tempi”. E adesso, grazie anche ai 246.000 dollari vinti e alla visibilità che un braccialetto WSOP riesce a garantire, può ben dire di esserci riuscito.

Tuttavia, il rush britannico non è detto sia destinato ad essere terminato: Neil Channing, Richard Ashby e lo stesso James Akenhead sono apparsi piuttosto in forma, e nonostante si sappia quanta varianza esista in tornei di questo genere è anche vero che ci sono stagioni dove tutto sembra possibile, come la scorsa disputata da Jeff Lisandro.

Non è quindi detto che la Gran Bretagna debba fermarsi qui nel mietere allori alle WSOP 2010, e di certo - assieme a tutti gli inglesi - non è quello che vuole.

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