Come ogni anno, le WSOP producono aneddoti e curiosità un po' per tutti i gusti. Ad esempio, avevate mai sentito di un giocatore, con uno stack fra i primi nel chipcount, che viene bannato dal Rio?
E' accaduto a David Diaz, 28enne poker pro che alcuni di voi ricorderanno per avere vinto un braccialetto alle World Series del 2011, ad un evento che vide il nostro Andrea Dato terminare al terzo posto.
E' stato lo stesso David, sul suo profilo Twitter, a rivelare il fatto e le relative motivazioni: "ero ubriaco marcio e devo aver molestato un po' di gente al Carnaval Court, ma non ricordo nulla di tutto ciò!".
Il Carnaval Court è un locale di proprietà della stessa Harrah's, e pare che Diaz abbia importunato clienti e personale del bar. Così, appena è arrivata la segnalazione, il giocatore è stato invitato ad alzarsi e a lasciare il Rio immediatamente. Tutto ciò è accaduto mentre David era impegnato nel day 1 del WSOP event 21, un NLHE six-handed da 3.000$ di buy-in. Al momento dell'espulsione, Diaz aveva accumulato uno stack imponente, intorno alle 100mila fiches. Per rendere l'idea, nel chipcount ufficiale di fine day 1 solo 13 giocatori - su 129 rimasti - possono vantare uno stack da 100mila o superiore...
"Mi hanno rimborsato il buy-in, ma il mio stack in quel momento valeva molto di più"... non sa darsi pace Diaz, che ammette di avere anche pianto per questo ban.
La vicenda ha fatto scalpore anche per la particolare storia di David Diaz. All'età di 4 anni gli era stato diagnosticato un tumore, e nelle previsioni dei medici c'erano poche chance di sopravvivenza per lui. Così, per tentare di salvarlo la famiglia si trasferì dal nativo Honduras agli Stati Uniti, precisamente a Memphis, dove il miracolo si avverò. David riuscì a guarire, anche se si rese necessaria l'amputazione del suo braccio destro.
20 anni dopo la strada di Diaz si incrocia con quella del Texas Hold'em: diventa un poker pro e due anni più tardi vince il suo primo - e finora unico - braccialetto WSOP (qui sotto mentre festeggia insieme a molti amici)
Gli è rimasta dentro una grande voglia di divertirsi, ancor più comprensibile vista l'infanzia difficile trascorsa, anche se spesso gli capita di andare sopra le righe. Ne è consapevole egli stesso, che infatti qualche giorno prima del ban tweetava "Done drinking for the rest of Vegas Time", ovvero "Niente più alcool per il resto della mia permanenza a Vegas". Evidentemente, però, il fattaccio era già avvenuto...
Alcuni colleghi ed amici si sono mobilitati per cercare di far togliere il ban a Diaz, ma solo nelle prossime ore sapremo se il management di Harrah's vorrà concedergli una seconda chance.