Negli ultimi anni, Ben Lamb si è messo è messo in mostra non solo per le abilità pokeristiche (nel 2011 giunse 3° al Main Event WSOP) ma anche per quelle di comunicatore: il suo profilo Twitter è uno dei più seguiti tra i professionisti e le sue analisi sul mondo del poker sono sempre apprezzate dai suoi followers. È di poche ore fa una provocazione lanciata da Lamb che sta facendo molto discutere: secondo lui, se Paul Pierce raggiungesse il final table del Main Event, riuscirebbe a portare molta più visibilità al gioco rispetto a Phil Ivey.
Il discorso di Ben Lamb vuole essere anche una frecciatina nei confronti di chi con il poker ci vive (professionisti ma anche media) che spesso esaltano le vittorie di Ivey come se questo fosse il modo migliore per portare nuova linfa al movimento. In realtà, secondo il professionista statunitense, non è così: la vittoria di un nome molto noto nel solo nel circuito, non porta nuovi giocatori nè visibilità al poker. Chi può dare una svolta positiva all’intero movimento è uno come Paul Pierce.
Il cestista americano, infatti, ha un seguito mostruoso negli States e nel mondo intero, come dimostrano i 3.16 milioni di followers su Twitter. Su questo social network, poi, Pierce è molto attivo e non tralascia continui aggiornamenti sul suo Main Event WSOP, andando a incuriosire proprio quei fan che non conoscono il poker. È quindi scontato, secondo Lamb, che un Paul Pierce al final table porterebbe una visibilità mai vista prima, nettamente superiore rispetto a quella di Phil Ivey.
L’opinione del professionista di Las Vegas non sembra essere contestabile, dato che in due soli giorni alle WSOP abbiamo assistito a un interesse mediatico impareggiabile verso Pierce e, di riflesso, nei confronti del poker. Non a caso sono state molte le testate giornalistiche che hanno deciso di seguire l’ex giocatore dei Boston Celtics nella sua avventura a Las Vegas, creando un’inevitabile ondata di interesse.
Paul Pierce si scatta un selfie a inzio Day 2
Ovviamente c’è anche chi la pensa diversamente e dice che un giocatore amatoriale (e a quanto pare anche molto gambler) come Pierce non sarebbe una bella pubblicità per il gioco ma Ben Lamb continua a difendere la sua idea e anche lo stesso giocatore NBA, definito come una persona “intelligente, competitiva e con una buona esperienza ai tavoli”. A confermare la stima nei suoi confronti, Lamb ha addirittura aggiunto che sarebbe stato disposto a comprargli quote del Main Event con un forte sovrapprezzo (1:1,3).
Fa sorridere pensare che uno come giocatore NBA possa aver bisogno di un finanziatore ma questo aspetto sembra non interessare a Ben Lamb, il quale vuole solo lanciare un messaggio ben preciso: di questi tempi i professionisti dovrebbero dimenticare Phil Ivey e tifare spudoratamente per Paul Pierce, che tra l’altro ha raggiunto il day 3 del Main Event WSOP.