In tempi in cui il famigerato "dissing" va così tanto di moda, poteva il poker esimersi da tutto questo? Certo che no, e a colmare la lacuna hanno pensato Bryn Kenney e Phil Hellmuth.
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Bryn Kenney vs Phil Hellmuth, flame d'altri tempi
Il mondo del poker ci aveva abituato "bene", soprattutto negli anni d'oro dei forum, a epici flame tra giocatori, dispute col proverbiale righello in mano e cose di questo genere.
Stavolta, galeotto fu un podcast, esattamente quello (molto seguito, tra l'altro) di Sean Kelly. Si chiama "Digital Social Hour Podcast" e, in una recente puntata, ha avuto come ospite Bryn Kenney.
Nel corso del programma, il player newyorkese ha toccato diversi temi, ma su uno di questi è successo il finimondo. Kelly, che ha oltre un milione di followers, ha chiesto a Bryn Kenney di collocare Phil Hellmuth in una potenziale graduatoria di qualità.
Bryn Kenney lancia la fiammata
La domanda, anzi, era già abbastanza pepata di suo: "Molte persone considerano Hellmuth come il GOAT (il migliore di sempre, ndr) nei tornei, ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensi, visto che lui non gioca i tornei ai più alti buy-in come fai tu".
La risposta di Kenney è stata abbastanza composita. Da un lato, Bryn ha riconosciuto Hellmuth come "il più vincente giocatore di sempre alle WSOP". Ma non ci voleva questo grandissimo sforzo, visti i risultati che il Poker Brat può vantare.
A parte questo riconoscimento, e l'ammissione di una impressionante carriera sempre a livello WSOP, i complimenti sono finiti qui. E le note dolenti arrivano presto.
"Ha giocato alcuni High Roller, ma non ha combinato gran che. Così, sai, quando penso a chi possano essere i migliori giocatori di poker, se non giochi al più alto livello non dovresti potere ambire neanche a candidarti."
La stilettata vera arriva dopo, quando Bryn Kenney definisce Phil Hellmuth come "il migliore di una qualche sub-categoria", ma non come GOAT per varie ragioni, tra cui quella - piuttosto semplice - che non riesce a emergere quando ha a che fare con field ridotti composti dai migliori giocatori.
"Se giochi più che altro contro giocatori amatoriali alle World Series, potrai essere il migliore contro di loro. Forse è un po' come essere il re delle Triple A". La AAA Minor League, detta anche Triple A, è il campionato di baseball che sta un gradino sotto alla MLB, la Major League Baseball.
Hellmuth risponde
Un giudizio tagliente a dir poco, un affronto irricevibile per un ego come quello di Phil Hellmuth. Infatti, la risposta non si è fatta attendere.
"Per me, sono le WSOP a essere "big leagues". Così è sempre stato e così sarà sempre. E la cosa si ingigantisce quando la gente mente su di me e la mia eredità. Per la cronaca, io ho vinto 1,5 milioni di dollari nei cosiddetti High Rollers, e potete facilmente controllarlo su Hendon Mob. Dici che non giocherei contro di te in heads up? E dove eri quando ho sfidato il mondo intero per un heads up da 1,6 milioni su High Stakes Duel?"
Kenney ribatte
Anche qua, la controreplica di Kenney non ha tardato ad arrivare. "Ho detto fin dall'inizio a quelli di PokerGO che ero disponibile a giocare, ma sappiamo che sei tu a sceglierti quelli contro cui giocare. Fammi sapere quando l'offerta di giocare contro di me per 1 milione è reale e ci sarò.
Inoltre, se vuoi proprio dimostrare quanto non sei buono, sono pronto a giocare contro di te al 100% in un qualsiasi evento Triton".
Kenney e le polemiche che lo accompagnano
In attesa che i due si sfidino finalmente al tavolo, qualche considerazione va fatta. Innanzitutto, è importante notare la notevole "shitstorm" che è piovuta sulla testa dello stesso Bryn Kenney, al quale in diversi non hanno mai perdonato la vicenda di qualche anno fa, in cui era stato al centro di accuse molto gravi.
Questo precedente ha contribuito in maniera robusta a sbilanciare gli schieramenti, in larga parte favorevoli a Hellmuth nonostante il ragionamento di Kenney abbia un suo fondamento. Ma non si tratta di un ragionamento nuovo, bensì di un dibattito che va avanti da parecchi anni e chissà se e quando troverà una fine.
Saper battere gli amatori o "primus inter pares": cosa vale di più?
Alla base di tutto c'è una connaturata difficoltà del poker a sottostare a determinate gerarchie. Quale è l'unità di misura corretta per determinare chi sia o meno il più forte? Sappiamo bene che il giudice ultimo è il lungo periodo, ma è anche vero che nel lungo periodo - come diceva Keynes - saremo tutti morti.
Ogni sistema capace di determinare chi sia il più forte o il più vincente si infrange con problemi di fattibilità, dall'impossibilità di reperire tutti i dati ai problemi di privacy sulla pubblicazione di profitti e perdite, e via dicendo.
Dunque, rimangono alcuni criteri imperfetti ma che sono gli unici possibili: i trofei, di cui i braccialetti WSOP sono sono esempio valido forse più storicamente e affettivamente che per un valore intrinseco che è sceso di pari passo con il moltiplicarsi a dismisura dei braccialetti distribuiti ogni anno.
Nel 1994 i braccialetti assegnati erano 21, nel 2004 erano 33, nel 2014 65, mentre nel 2024 siamo arrivati a 98 solo se consideriamo quelli live a Las Vegas. Tra online, WSOP Europe e WSOP Paradise, nel 2024 si andrà vicini ai 200 braccialetti distribuiti.
Dall'altra parte, non è nemmeno così acquisito il fatto che High Roller e Super High Roller rappresentino un riscontro definitivo, sulla qualità di chi vince. Le dinamiche con molti rientri e le esigenze proibitive in termini di bankroll necessario producono due effetti: la stragrande maggioranza dei poker pro che vi partecipano, lo fa partecipando per percentuali basse o molto basse della propria action, mentre a giocare esclusivamente con i propri soldi sono quasi soltanto miliardari, imprenditori facoltosi e top manager.
Certo vincere eventi come i SHR Triton dà una sensazione di "primus inter pares", ma abbiamo appena visto che non è esattamente così, e percentuali di amatori esistono eccome anche in questo tipo di eventi.