Cosa può fare un giocatore di poker vincente una volta accantonata la carriera del professionismo? Alcuni diventano imprenditori in campi molto diversi, altri rimangono nell’ambiente magari facendo coaching o staking, ed altri ancora si danno ad un business rischioso ma potenzialmente molto profittevole: quello di acquistare crediti da player che disperano di rivedere indietro i propri soldi.
L’esempio più eclatante di questo fenomeno, da sempre esistente e non soltanto nell’ambito del poker, lo si è avuto immediatamente dopo il Black Friday. Molti giocatori, anche professionisti, colti dal panico o pensando che non avrebbero mai più rivisto il proprio bankroll bloccato sulle poker room, hanno svenduto il loro denaro sul conto gioco, facendo fare agli acquirenti un ottimo affare.
La stessa logica si può applicare a qualsiasi altra somma di credito. Lo scenario tipico vede un giocatore che deve del denaro ad un altro, con quest’ultimo che – magari dopo aver a lungo tentato di rientrare dei propri soldi – pensando che non li rivedrà più o avendone magari bisogno nell’immediato si rivolge ad una di queste figure, accontentandosi quindi di ricevere indietro solo una parte di quanto dovuto.
Inutile dire che, nel mondo del poker ed in generale, questo accada con una certa frequenza, nonostante non sia particolarmente pubblicizzato per ovvi motivi di riservatezza. Ma a quanto si può vendere un proprio credito? Naturalmente dipende dalla somma in ballo, ma soprattutto da quanto chi lo acquista ritiene rischioso l’investimento.
Maggiori appaiono le probabilità di rientrare in tutto o in parte della cifra e più sarà alto il prezzo che si può riuscire a spuntare, e naturalmente viceversa. Difficilmente, anche nella migliore delle ipotesi, si potrà comunque spuntare un prezzo migliore del 50%: nel caso in cui qualcuno vi deva 10.000 $ insomma, raramente potrete trovare chi acquisti il credito per una somma maggiore di 5.000 $.
Il rischio, per chi acquista, è del resto molto elevato, ma comunque calcolato. Su TwoPlusTwo ad esempio, dove alcune di queste figure operano da tempo, si prediligono debiti contratti da persone che provengano da famiglie benestanti, o che abbiano alle spalle una carriera lavorativa di qualche rilevanza al di fuori del mondo del poker.
C’è da notare che, anche nel momento in cui chi acquista il debito non riesca che a recuperare soltanto una parte di quel denaro, può comunque trarne un profitto, visto che alcuni crediti possono essere venduti per appena il 10% del loro valore nominale.
Si tratta quindi di un mercato particolarmente di nicchia e non privo di zone d’ombra, ma a cui non mancano di rivolgersi anche professionisti di primo piano, anche in caso di scommesse che poi non vengono pagate al momento opportuno: c’è chi dubita che un business del genere, privo di tutele particolari, possa essere profittevole nel lungo periodo, ma visto che ci sono “operatori” che lo portano avanti evidentemente le cose non stanno proprio così…