Entrare nella mente dei più forti professionisti di poker per capire come ragionano mentre stanno giocando.
Oggi vi offriamo il processo di pensiero messo in atto da Mustapha Kanit contro Charlie Carrel in una mano dell’High Roller EPT Dublino 2016 vinto dal nostro.
Fu un tavolo finale epico, in cui Musta piazzò diverse giocate ricordate ancora oggi. A ricordargli lo spot contro Carrel ha pensato Dan ‘Jungleman’ Cates nel PodCast “Winning the game of life’ in cui Kanit è stato ospite i giorni scorsi.
Il video della mano
Come ha pensato Musta
Ed ecco il tp riferito da Kanit a ‘Jungleman’:
“Ricordo la mano, è strana da spiegare perché in queste situazioni in cui riesci a definire molto bene le carte dell’avversario… Il preflop è ok, il flop è ok, non ci sono dubbi. La valuebet al river invece so che non è da fare. Ma sentivo che lui avrebbe chiamato con ace high al turn perché sa che in quella texture sono in vantaggio di range e sono capace di farci leva.”
Contro avversari come Charlie mi piace allargare il range di valuebet
Mustapha Kanit
Una valuebet a misura di avversario
Musta parla poi diffusamente di quella valuebet, determinata in larga parte dall’avversario che aveva di fronte.
“Al river ho sentito che il mio jack era buono e che quindi avrei dovuto giocare per valore e così ho piazzato quella bet. E’ difficile da spiegare a chi non si trovava nella situazione. A volte ci sprofondi dentro, e io ho giocato molto con Charlie, è davvero forte, un giocatore capace di fare un hero call con asso alta. Contro un avversario come lui mi piace avere un range di valuebet più ampio e un range di bluff più stretto. In una situazione come questa è difficile valuebettare, ma se non valuebetti e non prendi più chips quando arriva il tuo jack…”
A chiudere il discorso pensa Cates:
“Io avrei foldato personalmente [al posto di Carrel, ndr]. Anche la macchina dice che è un fold. Posso invece capire la tua bet in base all’assunto che oppo chiama con tanti assi carta alta, o per esempio con coppia di dieci”