Improvvisamente, nella serata di venerdì è ritornato l'uomo del momento, anche senza avere vinto nulla di importante. Sì perchè Carlo Savinelli, dopo anni sulla breccia da poker pro, ha deciso di saltare il fosso e passare dall'altra parte della barricata, diventando Poker Manager del Casinò di Lugano. Così non potevamo perdere l'occasione per la prima intervista nel nuovo ruolo....
La prima curiosità è semplice: da dove ti è balenata l'idea di trasformarti in poker manager?
Più che balenare, direi è nato tutto non dal sottoscritto, come puoi immaginare. E niente, è successo che più persone interessate a prendere in gestione la poker room del Casinò di Lugano, insieme al business plan hanno portato me come consulente. Dai e dai, il mio nome ha incuriosito qualcuno e così, circa 6 mesi fa, riuscii a procurarmi un incontro che fu anche l'inizio di una trattativa piuttosto lunga. Negli ultimi 40 giorni si sono intensificati i contatti, così alla fine siamo riusciti a raggiungere una quadra ed eccoci qui.
A memoria d'uomo, credo che tu sia il primo giocatore vero che si lancia in una attività manageriale nel campo del poker dopo Luca Pagano. Senti un po' il peso di tutto questo?
Più che altro mi pesa perchè ero terzo nel GPI e ora dovrò per forza giocare meno. Così il sogno di scalare le posizioni è diventato molto più difficile, anche perchè nel frattempo Max ha vinto bene tra WSOP e WSOPE consolidandosi al terzo posto.
Quindi non hai smesso di ragionare da giocatore...
Alla fine è stato quello che mi ha portato a iniziare questa nuova avventura, e ti spiego perchè. Io sono uno che ha sempre bisogno di nuovi stimoli. Come giocatore, il livello che avevo raggiunto era qualcosa di simile al massimo per i comuni mortali. In origine avevo come obiettivo di raggiungere l'elite, il top del top, ma ci ho riflettuto, e ho capito che provare a misurarmi con i super duri avrebbe significato una serie di cose: avere 3-400k di roll da bruciare nel tentativo, giocare molto online per tenersi aggiornati, vivere in simbiosi con i migliori per avere scambi di idee e migliorare di continuo, come in pratica fanno Kanit e Sammartino. Si trattava di una scelta di vita, con un rischio concreto di non riuscire nell'intento perchè farsi strada fra i top duri può rivelarsi un bagno di sangue. Così ho pensato che questa scelta mi richiedesse troppi sacrifici sul piano della qualità della vita, e anche se al mio ego bruciava moltissimo l'idea di vedere 2-3 categorie tra me e Musta e Dario ho rinunciato.
Ma allo stesso tempo sentivo che così mi sarei appiattito, perchè per me mettersi continuamente in gioco è troppo importante. Così ho trovato un altro modo - forse ancora più stimolante - per farlo...
Nelle interviste ai giocatori, in genere si chiede chi siano gli idoli, campioni preferiti o modelli di riferimento. Nel tuo caso, a questo punto, la domanda è: hai una figura manageriale che ti ispira particolarmente?
Facile dirlo, ma non posso che indicare Luca Pagano. Apprezzo moltissimo cosa è riuscito a costruire in questi anni, e spero di potere un giorno emularlo.

Secondo te in in lavoro del genere quanto pesano in proporzione: 1) competenza/know-how 2) passione 3) esperienza da player 4) tenacia
Do il 25% a ciascuna, perchè sono tutte componenti importanti che vanno nella stessa direzione, e una volta insieme danno un qualcosa in più.
Hai detto che cercherai di creare un habitat per i giocatori. Puoi darci qualche anticipazione in questo senso?
In generale, il nostro pensiero sarà quello di abituare il giocatore ad una giocabilità che poi troverà se e quando andrà a disputare tornei più importanti. Ciò significa che nel palinsesto nostro non troverete mai un monster stack da un miliardo di chips di partenza. Non dico in assoluto, perchè potremmo chiudere accordi con un circuito che ha questi tornei nell'offerta, ma nel nostro palinsesto istituzionale no, mai: ne faccio anche una questione educativa.
Anche nel cash vorrei introdurre dei limiti un po' da online, ad esempio non consentire di entrare in un tavolo 500x.
Cercheremo poi di portare avanti formule molto gradite ai giocatori come i tornei bounty (anzi ho intenzione di mettere a punto anche tornei con taglia progressiva) e aprire a giochi molto richiesti come poker cinese e polacco.
Altra novità che ho in programma di implementare è una bacheca, sia live che online, dove i giocatori portanno postare le loro richieste e lasciare i propri feedback, che per me saranno fondamentali.
Tra player e organizzatori c'è spesso un rapporto di amore-odio. Non ti chiedo se hai intenzione di litigare con te stesso, ma almeno dimmi se c'è una cosa più frequente su cui i giocatori hanno ragioni per lamentarsi...
In generale il fare finta di ascoltare il player e poi tirare l'acqua al proprio mulino. Io farò il massimo per esaudire tutti nei limiti del possibile. So che sembra una cosa molto politically correct, ma non mi piace neanche chi promette e poi non mantiene....
Insomma, se ho capito bene in qualche modo cercherai di continuare a giocare...
Diciamo che se prima giocavo 100 ora giocherò 50. Vorrà dire che farò più selezione, diciamo che giocherò più che altro buy-in tra 1.000 e 5.000€. Ma poi bisogna considerare altri fattori come quello del tempo a disposizione, che non sarà più quello di prima. Quindi, piuttosto che giocare un EPT da 5.000€ che dura 6 giorni, è probabile che decida per un High Roller da 10.000€ che ne dura 2...