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George Danzer sulle varianti di poker: "5 anni fa giocavo peggio, ma gli altri erano molto peggio"

Quando si parla di varianti di poker, George Danzer è senza dubbio un giocatore d'elite mondiale. Il tedesco, ex prospetto giovanile negli scacchi e ormai da 10 anni divenuto poker pro, è stato intervistato da Rikard Aberg di Pokertube.com al suo ritorno da Las Vegas, dove anche quest'anno è riuscito a conquistare un braccialetto WSOP - il quarto in carriera.

"Ho giocato 25 tornei a Las Vegas, facendo un bel po' di day 2 e due day 3. Certo, non è stato come due anni fa", sorride George ricordando l'annata d'oro vissuta nel 2014, quando vinse 2 braccialetti ma anche il titolo di WSOP Player Of The Year.

Stavolta ne è arrivato "soltanto" uno, nell'event #43 – il Championship di Stud Hi/Lo, una specialità che George ama molto: "È il mio secondo gioco preferito dopo il 2 to 7, perchè in generale è abbastanza semplice, ma allo stesso tempo ti lascia spazio per far qualcosa di diverso."

Il membro del Team PokerStars Pro analizza il concetto più in profondità: "Dico che è un gioco semplice perchè ci sono situazioni chiare, ad esempio in genere è il giocatore con il board migliore a puntare. Abbastanza simile al Razz in questo senso, ma essendo Hi/Lo ci sono sfumature nascoste che rendono il gioco più imprevedibile, perchè è vero che il meglio con cui si possa partire sono tre carte basse, però anche una coppia di assi nelle tue hole cards è ottima. Invece il Razz rimane un gioco più piatto, bidimensionale."

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Il tedesco analizza anche le differenze con lo Stud Hi: "è troppo complicato per me" scherza, ma poi spiega le ragioni di questa sua affermazione. "Lo Stud Hi è un gioco con una altissima percentuale di skill. Lo Stud 8 ha una componente matematica molto più importante, tale che a un certo punto tu puoi dire di conoscere al 100% il gioco. Lo Stud Hi è meno matematico e più orientato verso la competizione mentale: non sono solo le carte e i giocatori a contare, ma ci si può inotrare in infiniti livelli di pensiero. Qualcosa di simile può anche accadere nello Stud Hi/Lo, ma ha molto meno senso perchè in generale non ne hai bisogno, vista l'enorme componente matematica che ti permette di prevedere il gioco fino anche alla settima strada."

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L'intervistatore gli chiede se metterebbe la firma per un braccialetto all'anno, ma Danzer non ci sta: "Dipende, se lo shippi in un piccolo evento vincendo magari 150mila dollari, alla fine dei giochi potresti essere sotto di parecchi soldi. Fortunatamente non è stato il caso mio, quest'anno. C'è comunque la seria possibilità matematica che tu vinca un braccialetto e il tuo bilancio a fine WSOP sia negativo".

Anche sul livello degli avversari il campione tedesco dice cose molto interessanti: "Rispetto a due anni fa ci sono specialità in cui il livello medio è cresciuto molto, come ad esempio nel 2 to 7, ma allo stesso tempo sono migliorato anche io. In un certo senso credo di avere più o meno lo stesso edge rispetto a due anni fa, ma molto meno rispetto a cinque anni fa. Al tempo io ero ovviamente un giocatore inferiore, ma gli altri erano molto peggio..."

Ora lo attende un po' di meritata vacanza e poi la nuova stagione EPT, per la quale Danzer è molto fiducioso ed ha già affittato un appartamento a Barcellona in vista della tappa d'esordio: "Dovrò lavorare un po' sul mio No Limit Hold'em, ma certo avere meno tappe ma più lunghe e con più tornei è veramente una bella cosa, all'ultimo Grand Final è stato grandioso, dal numero alla qualità di tornei e strutture."

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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