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La Germania di Pius Heinz nuova nazione-guida del poker europeo?

Pius Heinz alla premiazione che lo ha incoronato re del Main Event WSOP 2011Mentre in Italia ci si interroga sulle ragioni possibili per il momento di scarsi risultati dei players di casa nostra negli EPT, la Germania celebra il suo primo campione del mondo di Main Event WSOP nella storia, proponendosi come nazione guida dell'Europa - anche nel poker.

Naturalmente le due cose non sono tra loro legate in alcun modo, così come è beffardo quanto altrettanto casuale il parallelismo con l'attuale situazione politico-economica, che vede purtroppo l'Italia perdere sempre più soldi, peso e "voce" a favore dei teutonici. Non ci addentriamo oltre su questo campo minato, e torniamo ad analizzare il nostro universo, che è quello del texas hold'em.

I fans tedeschi che l'altra notte, ad ogni piatto vinto da Pius Heinz nell'heads up finale cantavano il suo nome al ritmo di "Give it up" di KC & The Sunshine Band, sono la fotografia gioiosa di una nazione che vive un meritato momento di gloria in questo campo.

Benny Spindler, recente vincitore dell'EPT LondraPur senza una legislazione nazionale di settore (tranne la sola regione di Schleswig-Holstein, ndr), in Germania il poker online va a gonfie vele. Il totale dei praticanti viene stimato in almeno 2,2 milioni di persone, nonostante il gambling online sia ufficialmente attività non legale (come del resto nel nostro Paese prima del 2008, ndr) nel paese di Angela Merkel.

In Italia una indagine dello scorso anno aveva stimato in 1,7 milioni i giocatori attivi, ma possiamo ragionevolmente considerare superata la soglia dei 2 milioni allo stato attuale, con la legalizzazione del cash game che ha fatto emergere molti soggetti prima ruotanti solo attorno alle ".com".

A fronte di numeri simili, la Germania però produce risultati live molto migliori rispetto a noi. Oggi il raffronto tra le nostre due realtà è abbastanza impietoso:

Titoli WSOP: Germania 12- Italia 5
Il divario è netto, anche se siti come Hendon mob ci accreditano di 10 braccialetti considerando come italiano Jeff Lisandro, che però è di nazionalità australiana pur nelle chiare e mai negate origini da "paisà". Di fatto, i nostri braccialetti sono fermi a 5: i 2 di Max Pescatori più 1 ciascuno di Minieri, Alioto e Farina. In più, ora i tedeschi possono vantare un campione di Main Event!

Titoli EPT: Germania 8 - Italia 1
Qui il distacco è abbastanza deprimente, anche se l'Italia può vantare i record di uno straordinario Luca Pagano, forse il giocatore (non solo italiano) che più di ogni altro avrebbe meritato di avere almeno una picca in palmares tra quelli che non l'hanno mai vinta. Nel frattempo, rimaniamo aggrappati al fantastico Salvatore Bonavena di Praga 2008.

Titoli WPT: Germania 4 - Italia 1
Qui le distanze sono più ridotte, considerando anche un titolo (il truffaldino "Tekintamgac" a Barcellona) di cui i tedeschi non vanno certo fieri, mentre noi possiamo coltivare sogni ricordando la prestazione sfavillante di un Alessio Isaia in smoking a Venezia 2011.

Marvin Rettenmaier, uno dei tanti giovani fenomeni tedeschiIn generale i tedeschi hanno anche più del doppio dei giocatori capaci di vincere più di un milione di dollari in carriera in tornei live (24 contro 10) rispetto ai nostri, ma "run" dei singoli a parte è da considerare un aspetto molto pesante: quello del confronto con i migliori.

Da un punto di vista della liceità del gioco e delle normative che lo regolano, sicuramente l'Italia ha dimostrato di fare scuola, e diversi paesi stanno tuttora guardando con interesse al nostro modello.

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Tuttavia, il "quid" tecnico decisivo è rappresentato dal fatto che i ragazzi tedeschi non hanno mai smesso di confrontarsi con i colleghi europei, americani, canadesi e asiatici, mentre questo ai nostri è da 3 anni di fatto impedito, caso Full Tilt a parte.

Questo è un fattore di enorme importanza, anche in considerazione della limitazione del buy-in online italiano, ora portata a 250€ ma per quasi 3 anni rimasta a 100€. Comunque la si pensi su questo elemento da un punto di vista etico, di fatto questo è stato un fattore deprimente per la crescita tecnica dei nostri migliori pokeristi su scala mondiale. Perlomeno, un freno importante su questa strada.

Il fatto di potersi confrontare solo tra italiani, non potendo peraltro accedere a determinati buy-in e al cash game high stakes, ha da una parte "tutelato" il popolo italiano da alcuni pericoli di ludopatie (non da tutti naturalmente), influendo dall'altra parte sul possibile salto di qualità dei nostri migliori elementi.

Se guardiamo al field straniero dell'ultimo EPT Sanremo e alla media di quello che si incontra in giro per il mondo nei grandi tornei, notiamo che una parte rilevante di coloro che arrivano in fondo è composta da regular di tornei dal buy-in di 1000 dollari ed oltre, o di cash game 25$/50$, 100$/200$ ed oltre. Ciò significa che questi players hanno la possibilità di giocare un torneo come un EPT pienamente in bankroll, mettendo cioè in gioco una quantità di denaro che non incide sulla propria psiche come accade a tutti coloro che arrivano dalle qualifiche online e sono spesso identificabili come "scared money".

Una immagine storica del pochenspiel, gioco tedesco risalente a più di 500 anni faIn questo senso la Germania ha gente che fa da anni sfracelli online come Sebastian Ruthemberg, Marvin Rettenmeier, Moritz Kranich, Johannes Strassmann, Max Heinzelmann, Benny Spindler, e ora hanno anche il neo-campione del mondo Pius Heinz. Noi abbiamo tanti ragazzi in gamba e alcuni potenziali campioni, ma la strada che dovranno fare per arrivare all'eccellenza è resa più lunga e tortuosa dalla "riserva" in cui sono costretti a muoversi per giocare online.

In definitiva bisogna sportivamente ammettere che il poker tedesco merita di avere queste soddisfazioni, a premio di un movimento cresciuto in maniera costante ed armonica. D'altra parte, da tempo i teutonici rivendicano una vaga paternità di questo gioco: nel Medioevo, nell'antica Prussia andava tanto un gioco di carte, con una scala di valori simile e in cui i giocatori dovevano essere abili a mentire sulle proprie "hole cards". Il gioco si chiamava pochenspiel e molto probabilmente è il vero antenato del poker, in barba alle pretese francesi.
Questo - almeno - è un aspetto che ci fa godere un pò, nell'attesa di un futuro migliore per i colori italiani.

Cosa pensi di questa situazione, delle cause dei successi tedeschi e di quello che eventualmente manca agli Italiani? Dicci la tua opinione sul nostro Forum!

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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