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Phil Hellmuth

Phil Hellmuth: “diventerò miliardario, vi racconto il mio business extra pokeristico”

Il recordman di braccialetti WSOP, Phil Hellmuth, è noto nell’ambiente per due passioni: la prima è il poker e la seconda? I soldi…

Negli anni d’oro, quando il poker era all’apice della popolarità negli States, i suoi due interessi andavano a braccetto. Ma è arrivato il momento della svolta e il vincitore di 17 titoli mondiali WSOP ha cambiato target ed ha deciso di fare un salto in alto. E’ sempre stato un maestro delle pubbliche relazioni, ha coltivato amicizie importanti con businessmen e finanzieri, conosciuti nei giochi high stakes californiani. Ha sfruttato la sua popolarità ed ha fatto bingo.

Il sogno americano di Phil Hellmuth

Hellmuth incarna il sogno americano. Negli States tutto è possibile. Partito con una valigia di sogni per il Nevada dal Wisconsin, il buon Phil ne ha fatta di strada.

Nel momento della maturità, The Poker Brat ha lasciato una città affascinante ma pericolosa come Las Vegas parecchi anni fa e si è trasferito in California, a Palo Alto, nel cuore della Silicon Valley. Sovente racconta di alcune partite cash con i fondatori di celebri start up poi divenute colossi dell’high tech. A volte preferisce lasciare qualche pot per non indispettire gli amici.

Su Twitter ha rivelato: “un miliardo, un miliardo, un miliardo, c’è tanta speculazione sul denaro che ho guadagnato. Io li ho aiutati nel concludere alcuni deal come comprare un pezzo degli Warriors (Golden State, la famosa franchigia di basket NBA, ndr) o aiutarli nel lancio di SPAC . Ho fatto fare ai miei amici oltre un miliardo. Nelle startups: io credo nei fondatori più che nell’idea”.

In una recentissima intervista a CardPlayer chiarisce il suo ruolo di consulente-intermediario nel mondo degli affari negli USA. Un vero e proprio lavoro di pubbliche relazioni e di contatti preziosi messi a frutto.Per oltre 20 anni sono stato advisor ufficiale di diverse aziende. Io offro la mia consulenza e in cambio chiedo il 2%/3% di azioni più investo anche il mio denaro”.

Ho aiutato alcuni imprenditori nel concludere alcuni deal come comprare un pezzo dei Golden State Warriors NBA”

Phil Hellmuth

L’amicizia con Chamath Palihapitiya, finanziatore di Facebook

Phil non ha però perso l’abitudine alle battute stravaganti: “Sono un drago cinese. In realtà, lo sono anche mia moglie Kat e il mio migliore amico Chamath Palihapitiya”.

Per chi non lo conoscesse, Palihapitiya è un venture capitalist che ha contribuito a lanciare Facebook ed è il proprietario di uno dei braccialetti di Hellmuth. Il recordman delle WSOP ha regalato a tutti gli amici i suoi braccialetti, tranne quello del Main Event del 1989.

Il braccialetto n. 17 è andato al co-conduttore del podcast di Palihapitiya, il collega imprenditore David Sacks per la cronaca.

Phil Hellmuth: “mi sento come un drago”

Queste sono le conoscenze di The Poker Brat. Quando parla di poker, siamo abituati alle sue provocazioni, alle sue esagerazioni, in questo caso non sta esagerando (per una volta), almeno quando parla del mondo degli affari. Le sue amicizie sono pubbliche, alla luce del sole.

La figura del Drago è legata a una superstizione pokeristica: “stavo giocando così bene ma ero frustrato perché non riuscivo ad arrivare ai tavoli finali quest’estate. Così ho postato su Twitter un Drago sputafuoco alle 14.30. Alle 17 avevo un altro braccialetto al polso”.

Questo è Phil Hellmuth, con lui puoi parlare di Draghi e di miliardi. Una persona normale difficilmente può capirlo.

Phil ha anche investito in una sala da gioco in Texas dove il business delle poker rooms è borderline (non è regolamentato dallo Stato).

E’ fantastico Phil perché saprebbe vendere anche l’aria: The Poker Brat si è inventato un pacchetto di consulenza. “Fornisco al fondatore (di una start up, ndr) i contatti con otto persone potenti (celebrità, miliardari, leader aziendali) che possono o meno investire, garantisco post sui social media e un’ora al mese sono disponibile per una “chiamata strategica”. Attenzione, però non chiamatelo durante le WSOP, anche quest’anno ha giocato oltre 30 tornei andando in the money 13 volte.

“Ho cambiato il trend di alcune aziende! E ho aggiunto più valore del mio 2%-3% a tutti loro (con una o due eccezioni). I miei “fondatori” raccontano agli altri nuovi fondatori quanto li ho aiutati, e poi i nuovi fondatori vengono da me. Credo che sarò miliardario quando avrò 76 anni (tra 17 anni, ndr). Ma non sacrificherò la mia salute per arrivarci! Il mio piano è quasi perfetto in questo momento”.

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“Perché il poker sta vivendo un boom senza precedenti”

Hellmuth poi si sofferma sul nuovo boom del poker: “è fantastico, è un vero boom! Proprio in questo momento il poker ha raggiunto la massima grandezza, non è mai stato così.

Credo che la pandemia abbia portato nuovi giocatori al nostro bellissimo gioco (i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni sono tornati in massa) e anche 100.000 giocatori “in pensione”. Questi players che non giocavano più, stanno meglio adesso (la maturità aiuta!) rispetto a quando hanno smesso di giocare, e si stanno divertendo di nuovo. Inoltre, i pensionati hanno più soldi e migliori capacità di gestione del denaro”.

“Grazie alle mie consulenze penso che sarò miliardario a 76 anni ma non voglio trascurare la mia salute”

Phil Hellmuth

Hellmuth poi valuta un aspetto delle World Series: “quando ho iniziato nel 1988 c’erano solo 12 braccialetti. L’anno prossimo ce ne saranno più di 100, sono troppi e con le WSOPE e WSOP Bahamas si arriverà a 150 all’anno. Eccessivo. Una cosa di cui abbiamo assolutamente bisogno è avere categorie separate per le statistiche WSOP online e quelle del live (del terrestre). E credo che alla fine li divideranno”.

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Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.