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Phil Ivey si fa scegliere il nickname (e non sa cosa vuol dire)

Phil Ivey è uno dei giocatori più vincenti della storia del poker online, terreno nel quale ha fatto razzie principalmente su Full Tilt, dove utilizzava il suo nome come nickname. Dopo l’acquisizione della piattaforma da parte di Pokerstars.com, il 10 volte campione WSOP dovette creare un account anche sulla room dalla picca rossa, senza però poter utilizzare il suo vero nome. Non sapendo quale scegliere, Ivey delegò la decisione al direttore marketing per i pro di Full Tilt dell’epoca, Dustin Iannotti, che ha raccontato la curiosa vicenda ai microfoni di Pokernews.com.

Fa strano pensare che un professionista noto ed estremamente seguito come Phil Ivey non abbia voluto scegliere il nickname con il quale avrebbe grindato per anni a venire ma abbia preferito affidarsi ai gusti di uno sconosciuto, eppure le cose sono andate esattamente così. Iannotti, infatti, dichiara che qualche anno fa chiamò Phil per farsi dare uno screen-name per Pokerstars.com ma lui rispose con un semplice: “Non mi importa, sceglilo tu“. Colto di sorpresa, il manager ci pensò su e optò per “polarizing” (polarizzare), ovvero quella strategia di gioco che rende difficile far capire il proprio punto perchè la stessa azione viene portata avanti sia con mani di grande valore che con bluff, in un rapporto che sulla carta dovrebbe essere alla pari.

Se fino a questo momento la storia sembrava quanto meno particolare, diventa quasi incredibile apprendere che Phil Ivey non sapesse nemmeno cosa volesse dire “polarizing” e costrinse un attonito Dustin Iannotti a spiegarglielo via telefono. Al termine della spiegazione, Ivey rispose nuovamente con grande noncuranza: “Ok, mi piace e non mi importa cosa vuol dire. L’importante è che sia in grado di pronunciarlo correttamente”.

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Una storia decisamente curiosa, soprattutto perchè si pensa che un giocatore che passa ore al computer non dovrebbe avere problemi con la fase di registrazione a una poker room. Eppure Phil Ivey non sembra avvezzo alla tecnologia, come dimostra un secondo aneddoto raccontato sempre da Iannotti: “Eravamo ai primi tempi di Full Tilt e dovevamo creargli l’account nuovo ma aveva problemi ad accedere perchè non aveva confermato l’indirizzo email. Così lo chiamai e gli chiesi di confermarlo ma lui mi rispose che non sapeva fare quelle cose e che non usava le email, quindi ci volle parecchio tempo prima di permettergli di giocare online”.

Chissà se negli ultimi anni Phil ha deciso di diventare più “tech-friendly”, sicuramente ha dimostrato che non occorre essere degli esperti in questo campo per diventare uno dei giocatori più vincenti della storia del poker online

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