Scott Palmer, dopo il Black Friday, al contrario di altri professionisti ha preferito restarsene negli Stati Uniti: è per questo che da tempo non sentivamo parlare di lui, almeno fino a quando non ha deciso di rendersi protagonista di una deep run nel Main Event WSOP, che lo ha visto infine arrivare 19esimo per 287.000 $.
Una bella somma, nonostante “URnotINdanger2” fosse abituato a ben altro: “C’è stato un periodo in cui ho vinto o perso da 500.000 $ ad 1.500.000 $ al mese – ha dichiarato mentre era a Las Vegas a PokerListings.com – per fortuna le volte che vincevo erano molto più numerose…”.
Avvicinatosi al poker online assieme a Daniel Cates, nel giro di neppure un paio d’anni si trovò catapultato proprio come “jungleman12” nel mondo del cash game high stakes, dove di denaro ne scorreva a fiume e per due come loro vincere sembrava addirittura troppo semplice: “Inizialmente credevamo che sarebbe stata molto dura, che tutti fossero molto bravi, ma presto ci accorgemmo che non era così e che ci fosse molto denaro da guadagnare“.
Giocando con un piccolo computer portatile nella propria camera, coi genitori che avevano solo una vaga idea di quello che stesse davvero facendo, all’inizio tutti quei soldi non gli sembravano neanche veri: “Era surreale, ricordo che la mattina di Natale mio padre mi chiese di gettare la spazzatura, ma io stavo giocando il NL10.000, e così rifiutati e si infuriò molto. Dopo gli dissi, guarda che ho appena vinto 170.000 dollari…“.
Scott Palmer durante lo scorso Main Event (photo courtesy Jayne Furman for PokerNews.com)
Quel videogame gli stava insomma cambiando la vita, ma siccome era accaduto tutto molto in fretta e visto che il denaro per il momento se ne rimaneva sul suo conto gioco, realizzarlo davvero non era così semplice: “Devo sicuramente ringraziare Daniel Cates, una persona molto intelligente da cui ho imparato molto. E’ bello avere la possibilità di confrontarsi con qualcuno così bravo in modo da avere un altro valido punto di vista”.
Il Black Friday per lui fu una vera doccia fredda: dal giorno alla notte si trovò congelati milioni di dollari, circa metà del suo bankroll. Inizialmente non riusciva neppure a crederci: “Quando un amico mi chiamò stavo giocando, ma appena uscito dai tavoli mi resi conto che non stesse scherzando – ricorda – pensavo che i soldi su Full Tilt Poker fossero persi, quando ho ricevuto il denaro indietro è stata indubbiamente una bella sensazione”.
Una delle ragioni per cui Palmer ha perso un po’ di motivazione negli ultimi tempi dipende dal fatto che non pensa di poter diventare un giocatore molto migliore di quanto sia già adesso, e considerando anche lo scenario complessivo questo non è certo stimolante: “Per un certo periodo ho pensato di comprarmi una Lamborghini, era un mio sogno, ma ci ho rinunciato perché oggi nel poker è molto più difficile guadagnare certe cifre”. Ma, almeno per lui, non più così necessario.