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Vegas 2008

Ultime ore del nostro soggiorno a Vegas, è quindi giunto il momento di tirare le somme. E’ stata come sempre una “vacanza” bellissima: quest’anno abbiamo soggiornato al Wynn, che è di gran lunga il miglior resort di Vegas.

Camere molto grandi, aria sempre fresca e pulita, personale gentilissimo e molto disponibile, ottimi ristoranti; davvero il massimo, soprattutto per una permanenza di 3 settimane come nel nostro caso. In effetti avremmo dovuto rimanere solo 2 settimane, ma “purtroppo” il mio Main event si è protratto oltre il previsto e abbiamo quindi dovuto allungare di una settimana. In teoria non avrei dovuto farlo questo benedetto-maledetto ME, il viaggio era già programmato da tempo e la qualificazione arrivata in seguito e quasi per caso, nell’ unico satellite che ho fatto online, su PKR.

Partiamo quindi dal racconto del mio Main Event

Si tratta del mio primo grande torneo live: in passato solo un paio di sporadiche apparizioni nei tornei italiani, un torneo a Lugano e poco altro. Niente a che vedere comunque con il campionato del mondo di NLHE! Il mio piano era molto semplice: cercare nel giorno 1 di accumulare più chips possibili, almeno 80K , in modo da poter disputare il day2 in relativa tranquillità. Se verso la fine del day1 non fossi riuscito ad avere uno stack importante, avrei allora spinto al massimo sull’acceleratore per accumulare chips o, nel peggiore dei casi, uscire.

Restare una settimana in più a Vegas comportava dei costi, per cui sarei rimasto per il day 2 solo in caso di buono stack. Ed infatti il giorno 1 è andato benissimo. Ho fatto alcune giocate davvero grandi, le carte giravano abbastanza e mi permettevano di adottare uno stile piuttosto aggressivo. Ho giocato davvero il mio miglior poker! Per uno come me, abituato al cash multitable online, il gioco dal vivo è di una lentezza e di una noia esasperante. Dieci ore al tavolo sono tantissime e se non arrivano delle mani giocabili possono diventare, almeno per me, impossibili da affrontare. Purtroppo il calvario è arrivato il giorno 2: dopo aver chiuso a 75K il day1, mi sono presentato davvero molto carico e convinto il martedì mattina al Rio. Invece le cose sono girate male da subito: anche il primo piatto che ho vinto e mi ha portato a 100K chips, mi ha lasciato davvero scontento; non mi piace “sculare” sugli avversari, e quell’all in che ho spinto con A-K (venendo chiamato da un giocatore con KK, A al flop ), mi ha messo di cattivo umore. Da quel momento in poi, forse per giusta punizione, le carte sono completamente sparite.

Full TiltNei 3 livelli del pomeriggio non sono mai riuscito a giocare una mano serenamente, sempre costretto a bluffare contro avversari molto validi e con molte chips. La mia aggressione preflop, anche in 3bet, si scontrava sempre con dei board ingiocabili e con degli avversari che non mi lasciavano spazio. Sono entrato in una specie di vortice depressivo, dove anche le giocate più semplici mi riuscivano difficili. Speravo che la pausa cena, alla quale ero comunque arrivato con 65K, mi aiutasse a ritrovare un pò di calma (e magari di carte ), ma purtroppo le cose non sono andate così. Sapevo che, vista la mia immagine al tavolo, se avessi avuto qualche punto discreto, sarei riuscito a farmelo pagare tranquillamente, ma purtroppo il punto non è mai arrivato e il mio ME è terminato un’ora prima della fine della giornata.

La delusione è stata grandissima, non tanto per l’eliminazione, quanto perché credo proprio di aver giocato il mio peggior poker in questo day2. Il rammarico è enorme soprattutto per la consapevolezza di aver gettato al vento un’occasione molto buona per arrivare quanto meno in the money.

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Un paio di considerazioni sul torneo: mi avevano detto che il livello dei giocatori sarebbe stato molto basso. Mi è sembrato al contrario che mediamente il livello fosse abbastanza valido; ho giocato in tutto su tre tavoli, contro una quarantina di avversari, e di giocatori disposti a “regalare” non ne ho trovati. Anzi! Il tavolo del day2 era davvero tosto. Mi ha colpito molto Jon Turner, che molti probabilmente conoscono come “pearljammed”; davvero molto bravo, paziente, calmo, preciso, molto chiuso e molto aggressivo. Mi ha fatto pensare molto alla mia lacuna fondamentale nei tornei live: la mancanza assoluta di pazienza! Nel day2 sono stato costretto a foldare almeno per un’ora e mezza senza mai giocare una mano. Ero esasperato. Un limite che se vorrò riprovare a fare tornei di questo tipo, dovrò giocoforza superare.

Per il resto Las Vegas è sempre Las Vegas. Quest’ anno, molti più italiani del solito: è ovvio che il boom che il poker sta avendo da noi si sia avvertito anche qui con una presenza massiccia di giocatori e addetti ai lavori. Nonostante le 3 settimane di permanenza ho giocato poco cash game: qualcosa nelle prime due settimane, alcune buone sessioni all’ 1-3 e al 2-5, ma tutto sommato davvero poche ore ai tavoli. Dopo l’inizio del ME ho smesso del tutto il cash per non sprecare energie, solo molto relax, anche perchè ne avevo davvero bisogno.

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Per gli appassionati racconto un paio di mani: una di cash, qui al Wynn, e una del ME.

1) Cash game 2 – 5 $, tavolo da 7. Oppo un asiatico iperaggro, maniacale direi, che si è seduto con 300 $ ed ha iniziato a picchiare pesantissimo, arrivando in poco tempo, senza showdown, a 700 $. Io sono seduto con 650 $ ed ho giocato abbastanza chiuso, per adesso. Dal Cut Off faccio raise a 25 $ con A-Qo, l’oppo chiama (come sempre) e chiama anche il BB. Flop A-10-2 , con 2 cuori, il BB chekka, io continuation bet 50 $, l’oppo chiama, il BB folda. Ero praticamente sicuro che Oppo stesse pensando con il suo float di aggredirmi sul turn per rubare il piatto. TURN 10 La carta non mi cambia granché: lui potrebbe ovviamente aver chiamato con second pair, ma il suo range secondo me è praticamente infinito. Decido di chekkare per fargli fare la sua mossa aggressiva. E infatti lui spara 100 $. I casi qui sono due: o è pieno e non ho speranze, o ha pura aria e in questo caso devo far andare la lenza. Opto per un call: nel momento in cui decido che è in bluff, voglio massimizzare il mio ritorno, e quindi devo dargli l’opportunità di bluffare anche sul river.

River 8 . Brutta carta, non ci voleva. Io chekko ancora e lui punta subito 300 $. Penso e ripenso alla mano, e, soprattutto, al suo bet al river davvero pesante. se avvesse un mostro credo che preferirebbe farsi pagare puntando qualcosa di meno. Del resto con la mia giocata ho reso piuttosto palese la mia mano: ho la top pair, al limite ( ma proprio caso limite ) un flush-draw che si sarebbe chiuso al river. Per questo il suo bet mi sembra ancora di più fuori luogo. Ho mostrato debolezza e lui aggredisce pesante. L’unico caso in cui la sua giocata mi sembra logica è un set di 2, altrimenti ARIA! Decido di chiamare e lui mostra q 4 . Simpaticamente si mette a ridere e mi da una pacca sulla spalla. Rido anch’ io, NH.

2) Mano del Main Event. Blinds 500/1,000 ante 100. Tutti fold fino a me che sono sul bottone con J-Qs. Ho giocato abbastanza chiuso nell’ultima mezz’ora. Anzi, non ho proprio giocato una mano! Io ho 60K, l’oppo è la classica signora americana ultratight che avrà giocato 3 mani in tutto il giorno, ha circa 40K. Io raise 3K, SB fold e BB ( oppo ) call. Flop 10-7-3 con 2 fiori. Ottimo, come sempre ho bucato completamente. Lei check, io CB da 4,500. Lei instantcall. Il suo snapcall mi fa pensare che non abbia un granchè in mano: underpair, forse un flush-draw , al limite un A-K giocato passivo con tentativo di resistenza alla mia CB.

TURN 5. Benissimo. Lei check, io a questo punto sono molto sicuro della sua debolezza. Non voglio dare odds per chiamare con un flash-draw e punto 17K , praticamente il pot. Lei ancora fa instacall. La sua chiamata mi mette in crisi. Ha messo più di metà del suo stack nel piatto. Non ci posso credere! A questo punto elimino il flush-draw dal suo range. Non riesco a capire cosa possa avere. Ha giocato davvero chiusissima fino ad ora e non credo possa avere un overpair, avrebbe già mandato i resti da un pezzo. L’unica mano che mi viene in mente è A-10 giocato passivo, ma vedo davvero poche alternative.

RIVER A. Ripensando alla mano questa era una buona carta per me, ma ormai avevo polarizzato il suo range, e non pensavo che avrebbe foldato su un piatto di 50K le sue ultime 15K. Lei chekka, io ormai rassegnato chekko. Lei mostra 7-8o e io mukko mettendomi a ridere. Lei dice che avrebbe chiamato anche il river ed io ne sono abbastanza convinto. Lasciamo perdere… Mano giocata ovviamente male, non avrei dovuto buttarmi in una situazione del genere e lasciare una buona fetta del mio stack in questo modo, ma come già spiegato prima, avevo bisogno di portare via qualche piatto, più per desiderio di azione che per vera necessità…

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