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WSOP: perché la vittoria non è più un sogno

L'Italia del poker, grazie alla vittoria di Rocco Palumbo, ha avuto un risveglio dorato, non solo a causa del sole che alle nostre latitudini stava appena spuntando: dire che si tratti di una nuova alba per i nostri connazionali alle WSOP suonerebbe come un azzardo o un eccesso trionfalistico, ma indubbiamente qualcosa si sta muovendo.

NON PIU' ECCEZIONI - Fino ad alcuni anni fa, infatti, gli appassionati di poker del nostro Paese riponevano le proprie speranze di vittoria su pochissimi nomi, quelli che poi erano riusciti davvero ad ottenerla. Minieri, Pescatori, Alioto e pochi altri sembravano però pionieri, per qualcuno fenomeni, di certo eccezioni.


La nostra eccellenza non rappresentava cioè l'elite di un movimento giovane ma in crescita, quanto piuttosto un corpo estraneo, un esempio da imitare di cui però si faticava a scorgere il seguito. Finché anche da noi non è arrivato il poker online, finendo con lo sconvolgere tutto.

COSA E' CAMBIATO... – Per la verità, molti dei giocatori più stimati oggi hanno cominciato a giocare a poker su piattaforme .com, guadagnando così un vantaggio economico e soprattutto tecnico che hanno poi saputo ampliare e far valere contro i propri connazionali meno o per niente esperti. Tuttavia, senza il poker online italiano molte delle nostre giovani promesse con tutta probabilità non esisterebbero.

...E COSA ANCORA MANCA – Il gap con i migliori giocatori nordamericani ed europei è tuttavia ancora presente, per più ragioni. Giocare sulle piattaforme internazionali ha permesso ai professionisti d'oltreconfine di misurarsi costantemente contro i più forti, costringendoli a migliorarsi in modo incessante per poterli battere e mettere le mani sui tornei più ricchi.

Pur rappresentando una cerchia minoritaria, sono comunque decine e decine i professionisti che ad oggi hanno guadagnato almeno un milione di dollari di fronte ad un computer grazie ai tornei, cifre impensabili alle nostre latitudini.

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Al di là degli aspetti tecnici, infatti, non dobbiamo dimenticarci quanto sia costoso partecipare alle World Series Of Poker, per chiunque intenda giocare almeno una ventina di tornei, grossomodo lo standard per i professionisti di punta d'oltreoceano.

Certo, esistono sempre le sponsorizzazioni, ma ottenerle non è banale e quelle che offrono un budget sostanzioso da spendere su certi palcoscenici sono ancora più rare.

L'ITALIA S'E' DESTA? - Eppure qualcosa sembra essere cambiato, se è vero che nei due anni che hanno preceduto il successo di stamani fra WSOP e WSOPE l'Italia aveva inanellato quattro secondi posti, senza contare i vari tavoli finali, compreso quello di Filippo Candio nel Main Event.

Dare a questo il valore di prova sarebbe troppo, visto che di solito nei tornei live si compie l'errore di trascurare il ruolo della fortuna quando le cose vanno bene e quello della sfortuna quando invece vanno male, ma risultati alla mano i nostri connazionali sembra che di soddisfazioni simili siano destinati a togliersene ancora.

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