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Abe Mosseri (Courtesy PokerNews & Melissa Haereiti)

“Perché incontrare Abe Mosseri ha dato una svolta alla mia carriera di poker pro”

Chi segue le vicende del poker internazionale da diversi anni conoscerà già Abe Mosseri, professionista newyorkese tra i più apprezzati giocatori di cash game al mondo e vincitore di due braccialetti alle World Series Of Poker. Forse meno appassionati conoscono Chris “Fox” Wallace, altro professionista nonché a sua volta specialista delle varianti. Non a caso “Fox” vanta in palmares un braccialetto WSOP conquistato nel Championship di H.O.R.S.E. 2014. Wallace è anche un coach, nonché apprezzato autore di poker. In un recente articolo scritto per Cardschat, Chris rivela un aneddoto personale, riguardante proprio il suo incontro con Mosseri, per far capire l’importanza dell’atteggiamento nel poker.

Chris Wallace e l’importanza dell’atteggiamento nel poker

Il titolo della serie di contenuti scritti da Wallace è abbastanza eloquente: “Perché fai schifo a poker”. Nella seconda puntata di questa serie, “Fox” parla dell’importanza cruciale di avere il giusto atteggiamento quando si vuole imparare, nel poker ma non solo.

“Fin da ragazzo ho avuto diversi problemi comportamentali, ma l’unico ambito in cui non ne ho avuti è sempre stato quando si tratta di imparare una materia di cui sono appassionato. Se incontro un esperto da cui posso apprendere, lo assalirò di domande, magari gli offrirò da bere o la cena, e prenderò un sacco di appunti. Ma, cosa più importante, non cercherò mai di impressionarlo mostrando le conoscenze che già posseggo. Quando incontri qualcuno che ne sa più di te, l’unica cosa sensata da fare, a parte porre domande, è quella di stare zitti e ascoltare. Circa una volta al mese ricevo mail da persone che vogliono diventare miei allievi.”

L’incontro con Abe Mosseri che gli cambiò la vita

“Circa 15 anni fa ero al Bellagio a giocare il 20$/40$ Limit Hold’em. In quel caso feci amicizia con una bella donna seduta alla mia sinistra, che mi fece sapere di essere la compagna di uno che giocava il Big Game alla Bobby’s Room. Sapevo che alla Bobby’s Room gli stakes erano 8.000$/16.000$, quindi chiunque fosse questo fidanzato doveva essere un giocatore di quelli veri, oppure un gigantesco fish.

Venne fuori che quel giocatore era Abe Mosseri (foto in copertina, ndr), conosciuto anche online come “EazyPeezy”. A un certo punto Abe venne al tavolo per scambiare due parole con la compagna, e lei gli disse che io ero un poker coach. Così Abe mi fece un’offerta: lui si sarebbe seduto a giocare con noi, rispondendo a qualsiasi domanda mi venisse in mente per un’ora. In cambio, io avrei fatto la stessa cosa con la sua compagna per 2 ore. Accettai all’istante.

Non sapevo se Mosseri fosse davvero un gran giocatore, ma sapevo per certo che era un player noto che giocava partite a livelli incredibili, perciò non avevo nulla da perdere. Non riuscivo infatti a immaginare come avrei mai potuto trascorrere quell’ora con lui senza imparare qualcosa. E infatti avevo ragione. Lo tempestai di domande, discutemmo diverse mani, e imparai alcune cose molto interessanti. Non ho alcun dubbio che quella conversazione mi abbia fatto guadagnare migliaia di dollari, nel corso della mia carriera.

Dall’altra parte credo che l’esperienza sia servita anche alla sua compagna, che era molto sveglia anche se sostanzialmente a digiuno di poker. Mosseri ci guadagnò perché ottenne due ore di lezione al prezzo di una, ma il mio guadagno fu nettamente superiore.

La cosa importante di tutto questo è che, durante quell’ora, non cercai mai di impressionare Mosseri. Non cercai di spiegargli io qualcosa, né di fargli intendere quanto fossi preparato in quel che sapevo. Se per caso mi parlava di qualcosa che conoscevo già, mi limitavo ad attendere l’argomento successivo per prendere appunti. Parlare con qualcuno che giocasse a quei livelli e avesse quel tipo di conoscenza profonda del gioco, fu qualcosa di impagabile per me, in quel momento della mia carriera.

Ed è così che un allievo dovrebbe comportarsi quando si trova di fronte a un esperto. Un giocatore potrebbe provare a impressionare Mosseri, farselo amico, o provare ad apparire al suo stesso livello. Non io. Io ero lì per “succhiare” più sapere e il più velocemente possibile.”

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L’esempio contrario: il matematico Bob

“L’altro esempio, nettamente contrario, riguarda un incontro che feci qualche anno dopo. Durante un torneo al Ceasar’s conobbi un insegnante di matematica di nome Bob. Mi disse che aspirava a diventare professionista, e quando gli dissi che io lo ero e che facevo anche coaching mi chiese se potevamo cenare insieme durante il dinner break. Accettai senza problemi.

Tuttavia, dal momento in cui andammo in pausa cena, fu Bob a cercare di insegnare poker a me. Aveva un sacco di teorie e mille pensieri sull’argomento, con i quali cercava di fare colpo su di me. Non mi ha mai posto neanche una domanda, bersagliandomi invece con racconti di bad beat e di aneddoti con giocatori famosi che però, a suo dire, erano peggio di lui. Bob non imparò un fico secco, durante quella cena. Che pagò lui, quindi io alla fine mangiai un’ottima cena al solo costo di ascoltare qualcuno che mi diceva un sacco di cose sul poker, la stragrande maggioranza delle quali errate.

In quel caso Bob aveva avuto la stessa chance che ebbi io anni prima con Abe Mosseri, ovvero quella di imparare da qualcuno che ne sa di più, ma la sprecò malamente. E questo mi è successo centinaia di volte, negli anni. Appena la gente viene a sapere che faccio il poker pro inizia a stressarmi su quanto vogliano farlo anche loro, ma non vanno mai oltre a storie di bad beat o altre storielle futili.

Questa è la situazione della stragrande maggioranza degli appassionati di poker, che sono molto spesso dei pessimi studenti. Andresti mai in una palestra di arti marziali cercando di insegnare alcune mosse al sensei? Andresti mai da un gran maestro di scacchi per provare a suggerirgli come muovere i pezzi, o da Slash per svelargli alcuni segreti della chitarra? Ovviamente no, ma per qualche ragione molti di voi, se incontrassero Jason Koon, proverebbero in qualche modo a insegnargli qualcosa sul poker.”

 

Fonte: Cardschat.com

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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