Una delle massime più note del poker è che questo sia un gioco di persone, con tutte le mille implicazioni del caso: lo sa bene il dottor Daniel DeBrule, psicologo statunitense che ha indagato su molte di queste.
Trentaquattro anni e professore alla Indiana University, in una lunga intervista rilasciata a CardPlayer.com DeBrule ammette che la psicologia si sia avvicinata solo recentemente ad indagare che cosa accada nella mente di un giocatore, ma già adesso sono stati trovati dei riscontri interessanti.
"Sappiamo che l'essere umano è avverso al rischio - premette DeBrule - in particolare, si è in genere più propensi ad assumere rischi più grandi per evitare una perdita, piuttosto che per conseguire un guadagno. Questo, ad esempio, spiega perché l'appagamento per un periodo di vincita importante è spesso più debole dello sconforto e frustrazione che sperimentano quando attraversano una bad run profonda".

Sulla tendenza dei giocatori che, seduti ad un tavolo da poker reale, sentono il bisogno di stare collegati con Twitter piuttosto che di usare un iPad invece dice: "In modo particolare nei giovani, capita che ci sia una mancata capacità di vivere a pieno il presente. Questo non si ripercuote solo sul loro gioco, ma più in generale su quanto riescono a godersi quell'esperienza, dal torneo di poker alla gita in barca piuttosto che alla cena con gli amici".
Questa viene correlata all'esperienza del poker online, dove il multitasking è di fatto la regola: "E' sicuramente una delle ragioni per cui, messi in un contesto diverso, sentono il bisogno di continui stimoli, perché hanno appreso una forma di gioco che lo prevede".
Ma dove la psicologia può davvero essere utile per un giocatore? Secondo DeBrule, nell'imparare a gestire le proprie emozioni: "Chi vive periodi di downswing entra in un circolo vizioso, dove pensieri e sentimenti si fanno sempre più negativi e la frustrazione e l'aggressività possono dominarli, provocando disastri. Chi ha un buon equilibrio emotivo non risente in modo altrettanto significativo di tutto questo".
Come sempre mettere tutto questo in pratica non è banale, ma d'altra parte se lo fosse staremmo ancora parlando di poker?