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Full Tilt cambia nome: per il poker non c'è più posto

Full Tilt Poker ha cambiato nome, e tutto si può dire tranne che si tratti di una sorpresa: dallo scorso 8 luglio infatti nel dominio della piattaforma, sia ".com" che ".eu" non compare più la parola "poker", diventando così più genericamente Full Tilt.

Come si può notare dall'immagine, il logo per il momento rimane identico a prima, ma secondo molti analisti è solo questione di tempo prima che anche quest'ultimo baluardo sia destinato a cadere: una scelta tutt'altro che imprevedibile, frutto di logiche di rebranding che da un lato puntano a rimarcare le distanze fra PokerStars e Full Tilt differenziandole maggiormente, dall'altro sottolineano il cambio di rotta impresso da Amaya Gaming.

Come si può notare in alto il dominio è cambiato, ma per il resto (al momento) è tutto uguale

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L'intenzione, come già ampiamente annunciato, è infatti quella di puntare sempre di più non soltanto sui giochi da casinò già offerti - quindi roulette, blackjack e slot online - ma anche sulle scommesse sportive ed il social gaming. In questo senso, un nuovo client che integri ancora meglio l'offerta sarebbe già in cantiere per quanto riguarda Full Tilt, e potrebbe essere lanciato nel corso di quest'anno.

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Il mercato, del resto, parla chiaro: il poker online è da tempo in sofferenza, mentre scommesse e casinò appaiono sempre in buona salute, e così non sembra esserci spazio per nostalgie o sentimentalismi, che certo non contribuiscono a far quadrare i conti.

Malgrado i malumori che Full Tilt Poker ha attratto su di sé a seguito del Black Friday, è sempre stata una poker room con molti fan fra gli appassionati, non soltanto perché qui si sono sempre dati battagli alcuni dei nomi più noti del poker online, ma anche per il suo software e le innovazioni introdotte nel corso degli anni, una su tutte il Rush Poker.

Se questo cambio di rotta sottolinea simbolicamente una volta di più la fine di un'epoca, la notizia non è detto che dispiaccia ai grinder: il traffico è infatti imparagonabile a quello di PokerStars, ma il livello a detta di molti è anche significativamente più basso, e certo questa svolta orientata al gambling non è destinata ad indurirlo.

In ogni caso, per quella parola su cui si fondava tutto oggi non sembra esserci più posto: troppo ingombrante o forse ormai troppo poco sincera, i giocatori di poker restano i benvenuti, ma saranno verosimilmente destinati a diventare una minoranza.

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