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La bolla, il climax del poker
Per andare avanti in un torneo di poker ci vuole una buona dose di fortuna. Questo è meglio precisarlo prima, perché di questi tempi non si sa mai come si viene interpretati. Ci sono circostanze, però, in cui l’abilità la fa da assoluta padrona e nessun ignorante o moralista (o, nella più sfortunata delle ipotesi, entrambe le cose in un mix esplosivo di disagio) potrà mai dimostrare il contrario.
Una delle fasi in cui questa abilità si palesa più che in altre è la bolla di un torneo, ovvero quel momento in cui manca una sola eliminazione per separare chi torna a mani vuote da chi riceve un premio. E proprio in bolla al Main Event delle WSOP 2019, il torneo più importante e prestigioso al mondo, è avvenuta una mano che vi consigliamo vivamente di conservare, per poi raccontarla a chi sostiene che questo sia solo un gioco di culo.
Jake Daniels e un magistrale bluff in bolla al Main Event WSOP
Siamo durante il day 3, con 1287 giocatori rimasti. Peccato che a premio vadano solo in 1286, quindi la tensione è alle stelle. Si gioca, come succede sempre in questi casi, in modalità “hand-for-hand”, ovvero viene servita una sola mano per tavolo e, alla fine di tale mano il tavolo si ferma per attendere la fine della stessa mano su altri tavoli. Questo, per chi non fosse pratico di Texas Hold’em, avviene affinché gli ufficiali di torneo riescano a stabilire un ordine di uscita in caso di eliminazioni multiple.
La mano
Torniamo al tavolo, dove siede un giocatore texano piuttosto esperto come Jacob “Jake” Daniels. Siamo nel corso del livello numero 15, con bui 3.000/6.000 e bb ante 6.000. C’è l’apertura di un giocatore dalle prime posizioni, Daniels chiama da middle position ma deve fronteggiare lo squeeze da parte dell’avversario che siede sul big blind, che rialza fino a 45.000. Jake chiama e i due attendono che il dealer stenda il flop. Così accade, e le prime tre carte comuni sono 3 7 a . Il giocatore sul big blind continua con la sua linea aggressiva e punta 50.000 in continuation bet. Daniels non fa una piega e chiama ancora.
Il turn è un 3 e stavolta il big blind riduce la size della puntata: 20.000 chips. Daniels prova ad approfittarne rilanciando fino a 165.000, ma l’altro fa call.
Il river è un 9 e il big blind decide ancora una volta di puntare. Ancora una volta la misura scelta è piuttosto piccola, 60.000 su un piatto da ben oltre le 500mila chips. Il giocatore si lascia dietro uno stack residuo di 196mila gettoni, molto più corto di Daniels che ne ha quasi 900mila. Jake allora coglie la palla al balzo e annuncia l’allin.
L’altro entra in crisi, si alza, rimugina. Daniels, sorseggiando un calice di vino, sussurra al rivale “Se foldi ti mostro il mio A3”. Dopo qualche istante l’altro si convince, e folda girando AK.
A questo punto Daniels mantiene la promessa, ma fino a un certo punto: mostra infatti le sue carte, che però erano solo 5 4 per il nulla cosmico.
Cosa significa questo bluff mostrato
In gergo tecnico questo si chiama “bullare la bolla”, ovvero sfruttare a proprio vantaggio la paura degli avversari di uscire dal torneo a mani vuote, senza neanche entrare a premio. In queste fasi di ogni torneo, dal più piccolo MTT online fino ai campionati del mondo, i giocatori più esperti fanno leva sulla conoscenza delle dinamiche del gioco e sanno che in tali momenti possono prendersi dei rischi in più, visto che dall’altra parte la propensione al rischio scende al minimo.
Inoltre, mostrare bluff in un momento così delicato da un lato intimorisce gli avversari. Dall’altro lato Jake Daniels consegna al tavolo una immagine di sé dalla quale potrà trarre ulteriori vantaggi in seguito. Ovvero gli altri avversari al tavolo, notando questa sua propensione, potrebbero decidere di chiamare i suoi rilanci od allin più spesso. Ma a quel punto, in un gioco di livelli di pensiero che un pokerista abile conosce bene, Daniels sfrutterà molto probabilmente l’occasione per farsi pagare al meglio quando è “pieno”.