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Le dinamiche di gruppo in una community - 1° parte

Un leader viene scelto sulla base di caratteristiche quali la competenza ed il carismaChi abbia compiuto studi psicologici, o sia anche più semplicemente un buon osservatore, sa bene come un gruppo sia qualcosa di diverso ed in più rispetto ai singoli individui che lo compongono.

Un forum di poker è una community, ovvero un gruppo di persone che interagisce in modo virtuale: questo fa sì che possano instaurarsi una serie di dinamiche tipiche, dei gruppi in generale e dei gruppi virtuali in particolare. Conosciamone quindi alcune.

Anzitutto, la leadership. Un capo non è necessariamente un leader, giacché un leader non è tale perché ricopre un ruolo formale, ma perché il gruppo lo riconosce come tale, sulla base di elementi legati alla competenza o al carisma e fascino personale.

Nei forum accade semplicemente che alcuni utenti vengano riconosciuti come leader dagli altri, per le ragioni più diverse: perché considerati divertenti, o carismatici, o competenti, o perché ciò che loro trasmettono è desiderabile agli occhi del gruppo.

Legato a questo fenomeno ce n’è un altro, conosciuto come desiderabilità sociale. Descrive la tendenza a voler trasmettere un’immagine di noi stessi che – in tutto o in parte – differisce da ciò che noi siamo o pensiamo davvero, in favore di una che crediamo socialmente più utile, ovvero conforme alle aspettative altrui.

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Questo fa sì che nei gruppi – reali o virtuali che siano –vi possano essere fenomeni di uniformazione di giudizi e pensieri, che arrivano perfino a distorcere la realtà in qualche caso, pur di non andare a intaccare quella che è l’opinione dominante.

Solomon Asch, autore dell'omonimo esperimentoIn psicologia sociale, è noto in questo senso l’esperimento del 1956 di Solomon Asch. Egli partiva dall’assunto che essere membro di un gruppo possa essere condizione sufficiente perché si decidano di modificare azioni e giudizi in funzione di questo. Il protocollo dell’esperimento era tanto semplice quanto geniale.

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Ciascun gruppo era formato da otto individui, di cui solo uno era il vero soggetto sperimentale. Gli altri sette erano “complici”, istruiti a rispondere in modo uniforme. E palesemente errato.

Venivano mostrate all’intero gruppo tre linee di lunghezza diversa. Veniva quindi presentata un’unica linea, ovvero una delle tre precedenti. I singoli soggetti, uno per volta, dovevano riconoscere quale fosse fra le tre proposte nel primo caso.

I sette membri non sperimentali erano stati istruiti affinché a partire dalla terza "sequenza" iniziassero a dare risposte evidentemente errate, riconoscendo in linee palesemente più corte o più lunghe quella proposta singolarmente.

Ebbene, il 75% dei soggetti sperimentali decise – in almeno un’occasione – di “non credere ai propri occhi”, dichiarando qualcosa contrario a ciò che percepivano, pur di uniformarsi al gruppo. Addirittura, il 5% di loro si uniformò per l’intera serie. Risultato emblematico, quello dell'esperimento delle linee di Asch, che mostra quale possa essere “il potere” di un gruppo, e la sua influenza sul singolo membro.

Piero "Pierelfo" Pelosi

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