Dopo aver rivisitato alcuni alcuni concetti base per il gioco nei tornei e dopo aver considerato degli aspetti relativi alla tournament equity, occupiamoci degli inflection point.
Probabilmente ne avrete già sentito parlare ma magari non ne avete compreso appieno l’utilità, cosa che andrebbe comunque programmata perché si tratta di una skill che può davvero fare la differenza.
Un inflection point fa riferimento ad un momento chiave di un particolare torneo in cui qualcosa cambia. Diversi aspetti del gioco possono dar vita ad un inflection point, perciò la loro individuazione non è sempre agevole.


Durante il lavoro di review post-sessione, il compito si presenta certamente più semplice, ma noi vogliamo essere in grado di riconoscerli prima che invece si verifichino. Gli indizi più classici sono:
- Realizzazione di un double up
- Scendere ad uno stack di 10 big blind
- Aumento dei bui/ante
- Essere spostato ad un nuovo tavolo
- Nuovi giocatori arrivano al nostro tavolo
- Bolla per i premi
Questi sono alcuni dei più comuni inflection point che andrete ad incontrare. Innanzitutto, va notato che dei sei punti elencati soltanto due rimangono sotto il vostro controllo: fare un double up e scendere a 10 bb di stack. Gli altri quattro invece non lo sono; i movimenti dei giocatori fra i tavoli non sono assolutamente ipotizzabili in alcun modo.
Ma partiamo con gli aspetti che potete controllare: il guadagnare o perdere chips. Anche se non potete prevedere quali delle due opzioni sara il risultato della mano “x”, quello che potete fare è pensare a come ognuna di queste possibilità andrebbe ad influenzare il vostro gioco se si manifestasse. In altre parole, dovrete preventivare le possibilità di fluttuazioni del vostro stack avendo già un piano in mente.
Un classico esempio di quanto appena detto arriva spesso dai tornei con rebuy dove un giocatore prende parte ad un sacco di mani, sale in chips e poi ritorna ad un approccio più classico. (continua)