Dopo l’analisi dell'uscita in terza posizione di Joseph Cheong, Phil Hellmuth torna a parlare del final table del WSOP Main Event 2010 analizzando la mano che ha visto il double-up del futuro vincitore Jonathan Duhamel ai danni di Michael Mizrachi.
"Al secondo posto come importanza, dopo il titolo del Main Event, credo che al mondo ci siano soltanto il WPT Championship e il WSOP Players Championship da 50.000 dollari di buy-in.
Proprio in quest’ultimo torneo, per l’edizione 2010, ha brillato su tutti Michael “The Grinder” Mizrachi, che poi ha realizzato una doppietta leggendaria entrando anche nei November Nine. Durante il final table del Main Event, gli è capitata questa mano quando in gioco erano rimasti in cinque ed i bui erano 500.000/1.000.000 con ante di 150.000: tutti foldano fino a Jonathan Duhamel (con stack di 26,25 milioni di chips) che apre da small blind con a 9 per 2,5 milioni. Da posizione di Big Blind, Mizrachi (con stack di 54 milioni di chips) decide di pushare con 3 3 , trovando il call dell’original raiser.
Con 53,9 milioni di gettoni nel piatto, in pratica partivano alla pari, ma con un board k 9 5 9 j Duhamel centra il trips e conquista il secondo posto nella classifica provvisoria.
Rivediamo insieme la mano. L’open-raise di Duhamel per 2,5x è assolutamente standard di questi tempi, mentre in passato la norma era 3x. Perché questo cambiamento? I giocatori di oggi non difendono più i loro bui così spesso come prima, pertanto è inutile rischiare più chips quando con un raise inferiore si può vincere il piatto parecchie volte.
Tornando alla mano, credo che l’all-in di Mizrachi per 26,5 milioni di chips sia terribile. Perché pushare con coppia di 3? Capisco che per i giocatori su Internet la mossa di Michael sarebbe solida se riuscisse ad incrementare il proprio stack di un 15%, tuttavia questa idea non si applica necessariamente nei tornei live, e soprattutto in quelli dove i bui salgono in maniera molto lenta.
Un altro motivo per odiare quella giocata è che Mizrachi era nettamente il migliore al tavolo. Dopo aver raggiunto la chip-lead, si vedeva chiaramente che gli altri lo temevano. Per cui, credo che in tali condizioni sia piuttosto facile vincere un sacco di piccoli piatti costruendo lo stack virtualmente senza correre rischi. The Grinder avrebbe quindi dovuto usare la sua immagine e le suo skill superiori per mettere pressione agli altri quando avvertiva debolezza, risparmiandosi le puntate grosse per mani davvero forti.
Anche se rimango dell’idea che abbia esagerato a pushare quei 33, voglio comunque credere che probabilmente riteneva che Duhamel non avesse niente di troppo strong. Ed infatti pensava bene, perché l’altro aveva A9 offsuit con cui ha fatto pure call. Giocata brutta anche quella di Jonathan; ma davvero pensava che Michael potesse avere KQ oppure A8? Che probabilità c’erano di partire davanti? Assai poche secondo me, e Duhamel avrebbe dovuto foldare e aspettare uno spot migliore.
Ultimo pensiero: anche se non mi piacciono né il push e né il call, devo dare ad entrambi credito per la loro grande abilità di lettura dell’avversario. Dopotutto, Michael avevo capito che l’altro fosse weak e Duhamel aveva ragione a ritenere che la sua mano non partisse dominata.”
Phil Hellmuth