Assieme a Sasha “Pokey” Radisich, siamo infine giunti all’ultimo episodio de “Road to Valuetown”, che nelle ultime settimane ci ha accompagnato qui su AssoPoker.
Dopo che questo stimato coach ci ha spiegato in quali casi dovremmo puntare al turn ed al river per ottimizzare il valore che possiamo ottenere dalla nostra mano, “Pokey” si siede ai tavoli e sceglie alcune mani da lui giocate al cash game, al livello NL100 di una poker room .com, circa tre anni fa.
Vediamone quindi insieme un paio:
1) Far finire i soldi nel piatto quando la mano del vostro avversario ha ancora del potenziale
Ecco le read di Pokey, espresse con un linguaggio tipico dell’area tecnica dei forum: “Villain è terribile, un 66/11 con aggression factor pari a 4. Sta buttando via soldi in tutti i modi, e non durerà a lungo. Dopo all fold, dallo SB apro standard a a a 4 dollari, ed il mio avversario chiama. Il flop è j 8 4 , e decido di puntare 5 dollari su un piatto di 8. Oppo gayraisa fino a 10$, ed io mi limito a chiamare”.
Alcuni di noi sarebbero probabilmente tentati di 3bettare al flop, ma Pokey sceglie una linea più prudente, e vista l’aggressività del proprio avversario pensa di sfruttarla, limitandosi a flattare il suo rilancio. Il turn è il 3 , una carta che non cambia niente.
Coerentemente col proprio piano, Radisich checka, il BB punta il piatto e “Pokey” lo mette ai resti, con il suo avversario che chiama con 6 5 , e non chiude il suo progetto al river, un banale straight draw.
Ecco come commenta la mano “Pokey”: “Mettendo il mio avversario ai resti quando ancora è in draw, sono riuscito a stackarlo, sfruttando la sua stessa aggressività. Se avessi atteso fino al river avrebbe potuto foldare facilmente, ricordate che mani con del potenziale sono ottime per buoni giocatori, ma costose per giocatori pessimi”.
Infine, non possiamo concludere se non con una mano che è in qualche modo l’essenza di questo percorso, uno dei molti modi per trovare Valuetown:
2) Dare ad un cattivo giocatore una buona ragione per chiamare e non per foldare, perché è quello che cerca
In questo nuovo scenario, siamo sempre contro un cattivo player, e stiamo giocando semideep, con stack effettivi di 145 big blinds. “Pokey” si trova sul BB ed il suo avversario è UTG: “Le sue statistiche preflop sono 68/9, è andato allo showdown il 38% delle volte ed ha vinto solo il 39% delle volte”.
Dopo che oppo ha limpato imitato dal CO, “Pokey” mette nel piatto 5 dollari ancora con a a , naturalmente chiamato dal giocatore UTG: “Il flop è 8 9 5 , esco puntando 8$ su un piatto di 11.5$ e ricevo il call. Il turn è quindi il 10, nulla è cambiato e punto quasi il piatto, 23 $ su 27.5$. Al river cade il a ed openpusho in overbet, chiamato dal mio avversario”.
Che mostra j 10, per un hero call che gli costa caro. “Ho raccontato una storia poco credibile al mio avversario, che d’altra parte cerca solo un pretesto per potermi chiamare con la sua coppia: lo trova in una puntata che supera non di poco l’entità del piatto, polarizzando il mio range su un busted draw che tenta il bluff disperato al river. Di fatto, si auto convince di quello che vuole credere”.
Si conclude quindi così l’appuntamento con “Road to Valuetown”, che grazie a Sasha “Pokey” Radisich ci ha permesso di conoscere più a fondo alcune dinamiche indispensabili per diventare giocatori di cash game migliori: naturalmente, tutto questo dovrete considerarlo semplicemente un inizio.
Traduzione di Piero “Pierelfo” Pelosi
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