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Simone Ruggeri (Pokermagia Spin): “in 6 mesi si può arrivare al top, anche partendo da zero”

Simone Ruggeri, responsabile di PokerMagia Spin, è uno dei giocatori italiani più longevi e vincenti: ha vissuto da protagonista tutte le fasi del poker online in prima persona. Ha iniziato dai sit and go, è passato agli MTT e si è dedicato con profitto al cash game sia sul com che in Italia. E’ stato SuperNova Elite ed ha fatto parte del team di PokerStars, con risultati online straordinari. Negli ultimi anni la sua sfida è stata quella di gestire la scuola numero uno in Italia per quanto concerne gli Spin, un gioco ad alta varianza ma che può riservare anche soddisfazioni interessanti. Ha portato diversi giocatori a scalare tutti i livelli: da zero al top e oggi è un punto di riferimento per molti poker pro.

La caricatura del coach di Pokermagia Simone Ruggeri
La caricatura del coach di Pokermagia Simone Ruggeri

Il mercato in questi dieci anni ha subito dei grossi cambiamenti, evoluzioni alle quali il coach di Pokermagia si è sempre adattato con successo, cercando di cavalcare l’onda dal verso giusto.

In questo Articolo:

Per chi inizia a giocare oggi, non pensi che il mercato sia troppo competitivo? Ci sono ancora speranze di diventare giocatori vincenti?

Posso assicurarti che oggi con Pokermagia, un giocatore che parte con noi ha diverse prospettive: in sei mesi, massimo un anno, può raggiungere il livello tecnico di un player che gioca da 10 anni. Al momento ci sono tutti gli strumenti tecnici ed informatici a supporto del giocatore. Noi come Pokermagia diamo servizi che, sono molto importanti.

Su questo punto ti sentiamo molto convinto.

Per alcuni aspetti iniziare ad affrontare seriamente il poker è più facile in questo periodo, perché abbiamo a disposizione un bagaglio di conoscenze teoriche che ci permettono di comprendere se una strategia è migliore di un’altra.

Il segreto per assicurarsi questa possibilità?

E’ importante affrontare il poker come se fosse un lavoro vero, essere sinceri con se stessi e giocare al livello giusto: ovvero se l’obiettivo è divertirsi, giocare ad un livello in cui sai che quello che spendi è proporzionale al divertimento e alla sfida che ne trai. Se invece l’obiettivo è vincere soldi, devi giocare solo al livello nel quale le tue abilità possono essere sufficienti ad avere “edge”.

Quando affermi che un giocatore può partire da zero ed arrivare al top con Pokermagia e con Simone Ruggeri ti riferisci alla storia di Giuseppe Murabito? Siete partiti a braccetto dagli Spin da €5…

Beh, Giuseppe forse è il primo esempio di un giocatore che, per quanto avesse già delle buone basi di partenza, ha fatto dei progressi notevoli grazie alla nostra scuola, senza aver mai grindato seriamente prima, e già dopo alcuni mesi ha potuto confrontarsi senza timore con tutto il field italiano, inclusi giocatori con anni di esperienza che iniziavano a cimentarsi negli Spin and Go.

Quali sono gli altri allievi che ti hanno reso orgoglioso come poker coach?

Il poker è un gioco a somma zero, quindi di per sé non c’è molto da essere orgogliosi: si vince quando si sceglie un avversario che gioca delle strategie meno evolute rispetto alle proprie.

Il meccanismo fondamentale in un certo senso è “prendersela con i più deboli”, e questo rimane valido anche per chi come me ha sempre seguito il vecchio motto “I don’t look for a sucker. I look for a champion to make a sucker of him”.

Tuttavia c’è qualcosa che, come coach, mi rende davvero orgoglioso: la capacità di tutti i nostri giocatori di reinventarsi ogni giorno, di rimettersi sempre in discussione, di imparare a ragionare sul gioco in modi sempre nuovi e poi di sospendere tutti i ragionamenti e fidarsi dell’intuizione.

Avendo imparato a riconoscere i lati oscuri del poker, la mia vita di coach è piena di contraddizioni, ma questo mi sta insegnando che c’è del buono anche nel viverla la contraddizione, nel cercare la parte sana in un mondo che per una buona fetta è degenerato, marcisce… cercando di non degenerare a nostra volta. Se ci riuscirò, sarò orgoglioso di me, e se non riuscirò, proverò ad essere orgoglioso di averci comunque provato.

Quali caratteristiche devono avere i ragazzi che ambiscono a diventare i nuovi Murabito?

Questa è la parte più difficile. Di per se non servono delle particolari abilità innate, giocatori con qualità molto differenti riescono a diventare vincenti. C’è il giocatore con un maggiore talento per la matematica, quello con una mente più analogica, più intuitivo.

Ma la caratteristica fondamentale per vincere a poker è avere un motivo. Ed il problema è che nel poker un motivo intrinseco non c’è. L’unico motivo che funziona davvero deve partire dall’interno, e la maggior parte dei motivi, come il denaro, o la voglia di primeggiare spesso sono soltanto delle chimere: non è che il poker sia l’unico modo di guadagnare soldi, e la domanda da porsi è perché li si voglia guadagnare proprio a poker, che magari per qualcuno non è nemmeno il modo più facile.

Per Simone giocatore quale è stato il motivo?

Il mio motivo dominante in tutti questi anni , è stato quello di utilizzare il poker come uno strumento per trovare il mio posto nel mondo in modo indipendente, senza dover scendere a patti con il sistema produttivo dominante, un tentativo di fuga da quelle contraddizioni della contemporaneità per le quali o sfrutti o sei sfruttato. Ma con il tempo mi sono reso conto che non c’è stata alcuna fuga, che quelle stesse contraddizioni nutrono il poker sia dall’esterno che dall’interno, e l’unica fuga la trovi attraverso quel motto molto molto antico… “conosci te stesso”.

Nel 2005/06, quando hai iniziato a giocare, non circolavano molte informazioni, dovevate capire da soli certi meccanismi e concetti che ora diamo per scontati. In quel periodo cosa avevi intuito?

Ho compreso che dovevo giocare tante partite e fare volumi alti per limitare la varianza. Il livello era abbastanza facile, cominciavo a guadagnare qualche soldino. E’ sorta in me tanta fiducia e voglia di migliorare.

Con così poche informazioni a disposizione, come poteva migliorarsi un player all’epoca?

Era dura emergere perché eri uno dei tanti soprattutto sul .com, il gioco era molto oscuro, cercavo di navigare a vista. Con l’apertura del mercato italiano invece, mi sono trovato, quasi per caso, sulla cresta dell’onda in un mare nuovo, potevo partite alla pari con tutti.

Ti conosciamo come una persona che ama il low profile e molto equilibrata. Forse però è giusto a volte uscire allo scoperto. In cosa ti senti forte?

Per rispondere alla tua domanda, ti dico che mi sento molto forte come coach. Su questo punto mi sento sicuro. Ho attraversato varie fasi come giocatore. Ho una conoscenza approfondita delle dinamiche del gioco, ed ho imparato molto bene a condividere questa conoscenza, questo lo posso dire senza falsa modestia.

La qualità che ritieni migliore del Simone coach?

Riesco a mettermi nei panni della persona che ho di fronte ed, in questo modo, posso spiegargli il concetto nel modo più semplice per lui. Per me è questa la qualità migliore.

Diciamo che uno psicologo deve prima capire molto bene se stesso ed anche io, come giocatore, penso di aver compreso chi sia Simone in versione player. Ho vissuto tutte le fasi, ho giocato con tutti gli stili possibili.

 

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Come gli Spin hanno cambiato il gioco e il mondo del poker?

All’incapacità di attrarre giocatori grazie all’aspetto ludico e strategico, si è supplito rosicchiando quote di mercato dai giochi di azzardo puro. Inizialmente ho visto questo aspetto solo come un male, ora ho parzialmente cambiato idea.

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Per quale motivo?

Se da una parte la maggiore vicinanza tra il poker e l’azzardo può condizionare in peggio il poker, può accadere anche il contrario. Molti giocatori si avvicinano agli Spin perché sognano semplicemente un modo facile per guadagnare, ma chi si mette davvero in gioco scopre che l’impegno e la dedizione vengono premiati.

Pokermagia Spin sta portando avanti una visione del poker per la quale l’aleatorietà è più un qualcosa con cui fare i conti che una speranza da coltivare.

I sit lotteria hanno ridato vitalità al gioco del poker?

Certamente ed in un momento chiave in cui molti remavano contro il poker. Ma ci sono altre sfide negli Spin da non sottovalutare.

Ad esempio?

Un aspetto cruciale negli Spin and Go è la rake. La rake sarà un avversario da battere, è la nuova battaglia che si prospetta. Il trend del mercato è chiaro. Alcune poker rooms si stanno ponendo come avversari dei giocatori professionisti.

Perché secondo te si sta arrivando a questo punto?

Perché le rooms vogliono che il gioco sia più coinvolgente e ludico per tutti. Dovrà diventare più difficile avere un vantaggio e vincere soldi. Noi ci stiamo preparando a questo.

Secondo te chi vincerà la battaglia?

Dipenderà molto dall’entità della rake.

Forse ci vorrebbe più equilibrio, alla fine il poker se è durato più di dieci anni è solo per un motivo: è riuscito a far convivere, nel bene e nel male, regular e amatori.

Ci sono delle iterazioni molto complesse.

Negreanu sostiene che l’aumento della rake paradossalmente potrebbe agevolare i professionisti. Sei d’accordo?

Come detto, vi sono delle iterazioni molto complesse e non è facile rispondere in due minuti. Se incrementano la rake, in teoria, i regular meno bravi potrebbero smettere e questo potrebbe invogliare gli occasionali a giocare più spesso. C’è una battaglia in corso.

Le cose cambiano alla velocità della luce: cosa pensi di questa fase di transizione del poker?

Io dico che i servizi di PokerMagia Spin sono e saranno fondamentali per raggiungere l’eccellenza, perché solo l’eccellenza è in grado di battere avversari e rake insieme. Noi siamo pronti ad accettare ogni sfida.

 

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Fine prima parte – continua

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Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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