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Bellagio, il bookmaker sbaglia l'ora delle partite e in molti ne approfittano: bruciati $250k

Domenica scorsa, il bookmaker del Bellagio di Las Vegas potrebbe aver commesso l’errore più costoso nella storia delle scommesse. Un errore che secondo i primi calcoli sarebbe costato qualcosa come 250.000 dollari.

Secondo quanto riporta ESPN, una serie di partite di baseball coreane e cinesi avrebbe dato vita a una cinquantina di puntate nei chioschi self-service del noto casinò della Sin City. Solo che l’orario delle partite era sbagliato.

Questione di fuso orario

A quanto pare, un dipendente del bookmaker avrebbe inserito erroneamente l’orario delle gare in questione, permettendo di scommettere con le quote pre-match nonostante le partite fossero già in corso. Un problema di fuso orario dimenticato, insomma.

Secondo ESPN, tra l’1.30 e le 3 del mattino di domenica 5 luglio sarebbero state piazzate per l’appunto una cinquantina di puntate; solo che le gare erano cominciate all’1 e alle 2, mentre nei chioschi il display le segnalava come non ancora iniziate.

Una delle singole puntate più grosse ammonta a 250 dollari, per un premio di oltre 137.000.

Un errore molto comune?

Secondo John Murray, direttore delle scommesse del Westgate, “un errore del genere lo hanno commesso quasi tutti i bookies nella loro storia”, anche se probabilmente mai di questa entità: parliamo di un quarto di milione di dollari.

Murray ha parlato di errore umano, che succede di solito quando un dipendente del bookie inserisce manualmente gli orari delle partite, non tenendo conto del fuso orario o magari semplicemente sbagliando a digitare un numero.

 

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Il Nevada Gaming Control Board indaga

Come sempre quando emerge una controversia per vincite superiori ai 500 dollari, il Nevada Gaming Control Board sta investigando sull’accaduto: sarà l’organismo di controllo a decidere se le vincite dovranno essere onorate oppure no.

Tuttavia, secondo Robert Walker, direttore delle operazioni di USBookmaking, quando il Nevada Gaminc Control Board entra in azione, di solito lo fa appoggiando lo scommettitore, non il bookmaker.

“Spesso ci è capitato di interfacciarci con il Gaming Control Board: quasi sempre ci hanno dato torto”, ha sentenziato Walker.

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