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Cina e Russia: doppia incognita per la liquidità internazionale

Le ultime notizie che arrivano dalla Cina e dalla Russia sono inquietanti per l’industria dell’e-gaming, considerando che sulle piattaforme internazionali (in particolare di poker) oramai sono sempre più numerosi i giocatori provenienti da questi due paesi. La liquidità rischia di essere compromessa, considerando il mercato in flessine.

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Le operazioni restrittive di Puntin e dei suoi uomini sono oramai note, non è da escludersi nei prossimi anni clamorose iniziative da parte del Cremlino, ma un pericoloso fronte si sta aprendo anche in Asia. L'ultimo segnale negativo è arrivato da Shanghai, come vi abbiamo anticipato ieri. 

Il partito comunista di Pechino ha dichiarato guerra aperta al gambling (con sanzioni molto pesanti) e la polizia si sta preparando ad un'offensiva contro gli allibratori locali, in vista della Coppa del Mondo di calcio che si disputerà in Brasile. Ma anche gli altri giochi non sono esenti. 

Non si scherza. Per capire la determinazione della polizia cinese, un mese fa, a Shenzen, le autorità hanno compiuto un vero e proprio raid in un centro ricreativo (trasformato in bisca), inducendo alcuni gamblers a lanciarsi dalla finestra, dal terzo piano pur di non essere arrestati (le pene sono molto severe). Il bilancio è stato tragico con ben quattro morti e un ferito grave.

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Come riferito, arrivano i particolari dell’operazione di Shanghai: gli arrestati sono 63,  tutte persone che lavoravano per un noto bookmaker online di Macao, dopo ben sei mesi di lunghe indagini. Il turnover gestito in Cina da questa società di betting è stato valutato per circa 10 miliardi di euro. Per la polizia è il più grosso giro d'affari mai interrotto nel paese, dall’esistenza di internet.

Il gestore del sito è un uomo di 41 anni, noto come 'Hong' che ha fondato un bookmaker online a Macao. L’allibratore ha commesso però l'errore di reclutare 17 agenti che raccoglievano scommesse nelle mani di ricchi uomini d'affari nel continente cinese. I clienti iscritti alla società di betting erano circa 10.000. Sono stati confiscati anche 58 conti bancari.

L'ultima grossa operazione contro il gioco online in Cina risale al 2013: dodici mesi fa furono sorpresi alcuni allibratori, sempre a Shanghai, che gestivano un giro di scommesse per circa 10 milioni al mese. Nello stesso periodo, furono portati avanti altri blitz a Hong Kong e Shenzen. Il mercato cinese, per il betting sportivo, è forse uno dei più interessanti (e con margini di crescita impressionanti) di tutto il mondo, ma nell'immenso paese asiatico scommettere è vietato. Stesso discorso nel poker, nonostante su PokerStars.com i cinesi siano in numero crescente.

Sempre in Asia, la Coppa del Mondo 2014 è vista come un potenziale “pericolo”: in Malesia, per i Mondiali del 2010 furono scommessi quasi 154 milioni di dollari e, le autorità, si aspettano volumi ancora più in crescita per l'evento brasiliano. Quattro anni fa furono arrestate ben 227 persone proprio alla vigilia dell’evento sudafricano.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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