Una delle regole auree degli speculatori è quella di vendere nei momenti d'euforia e di comprare quando sul mercato aleggia la paura ed i prezzi sono bassi. Una regola che, di fatto, sta applicando l’immobiliarista Donald Trump ad Atlantic City, una città che sta vivendo una crisi senza precedenti (nonostante la ripresa dell’economia americana), con la chiusura di quattro casinò nel 2014. Ma riavvolgiamo prima il nastro per comprendere le strategie della vecchia volpe newyorkese.
Il Trump Plaza è in procinto di sbarrare le proprie porte nel giro di pochi giorni, il Trump Taj Mahal dovrebbe seguire il casinò “gemello” tra un paio di mesi, ma attenzione ai colpi di scena dell’ultimo minuto. Donald Trump ha rassegnato le dimissioni nel 2009 nel ruolo di presidente delle due strutture ed ha mantenuto solo il 10% delle quote, ma sta pensando di ritornare alla ribalta nel mercato dei casinò.
Ha capito che ci potrebbero esserci i margini per riprendersi (con investimenti minimi) il controllo della compagnia Trump Entertainment Resorts. Perché questo azzardo? Difficile entrare nella testa del ricco businessman ma possiamo ipotizzare due fattori che potrebbero rilanciare il mercato da quelle parti.
Innanzitutto lo storico sbarco di Rational Group: PokerStars e Full Tilt non sono saranno solo due rooms di riferimento per l’online, ma Amaya investirà sul boardwalk, con il rilancio dell’Atlantic City Resort Hotel. E questa mossa potrebbe avere un effetto domino sul mercato immobiliare e non solo.
Inoltre nello stato del New Jersey, verranno legalizzate le scommesse ed i casinò avranno un indubbio vantaggio. Dalle zone limitrofe molti appassionati potrebbero essere attratti dallo sport betting che è illegale in 47 stati.
A confermare il ritorno di fiamma di Donald per Atlantic City è una fonte molto autorevole: Michael Cohen, vice presidente esecitivo della Trump Organization e consulente speciale e personale del 68enne magnate statunitense.
“Confermo che Mister Trump sta guardando con interesse a Trump Entertainment Resort ad Atlantic City, ma lo sta facendo con molta cautela”.
I resorts portano ancora il suo nome per una questione legata alle licenze di gioco ed il fatto lo aveva infastidito non poco. Nella perla del New Jersey, corrono veloci le voci e descrivono un Donald Trump furioso, a tal punto da aver intimato legalmente i casinò a non usare più il suo nome. Essendo socio di minoranza, in questi ultimi 5 anni non ha influito nella gestione disastrosa che ha portato alla prossima chiusura.
Solo un mese fa si era sfogato: “La gente pensa che siano sotto il mio controllo i due casinò ma non è così. Il mio nome deve sparire da entrambi. Gli standard non sono più d’eccellenza”. Ma è molto probabile che alla fine il brand venga salvato, con il buon vecchio Donal pronto a rilanciare Atlantic City con investimenti mirati, magari in compagnia di Rational Group-Amaya.