Ecco a voi il primo di una serie di articoli dedicati alla nascita e allo sviluppo di quel fantastico gioco che si chiama poker: da mito a leggenda, da leggenda a realtà.
Su una barca da fiume nel Mississippi, nella penombra di un saloon accanto a una miniera: una carta fortunata poteva trasformare un uomo al verde in un vincente. Ai tempi in cui esisteva ancora la mitica frontiera, quella che Kevin Costner aveva dipinto magistralmente nei suoi ultimi giorni in Balla coi Lupi, il poker imperversava tra le leggende di Wild Bill Hickok, Doc Holiday, "Canada" Bill Jones, Wyatt Earp e chi più ne ha più ne metta.
New Orleans, la prima Sin City
Nelle vecchie cittadine di Deadwood, Dodge City, Tombstone e Virginia City, i gambler giocavano spalle al muro e pistola al fianco. Le varianti? Avevano nomi "esotici" come Chuck-A-Luck, Three Card Monte, High Dice e Faro, di gran lunga il gioco - per certi versi simile al baccarat - preferito nei saloon del Vecchio West.
Le origini esatte del poker sono ignote, ma pare sia nato nel 16° secolo da una costola di un gioco di carte persiano, chiamato As Nas. L'As Nas si giocava con un mazzo da 25 carte e 5 semi, con regole simili all'odierno Five Card Stud. C'è chi dice che, invece, il poker sia un gioco cinese che risale addirittura al 900. La verità è che probabilmente il poker è una sorta di derivazione di vari giochi d'azzardo noti sin dalla Notte dei Tempi.
Negli Stati Uniti d'America, che l'hanno reso col tempo il gioco che tutti conosciamo oggi, il poker è arrivato grazie agli emigrati francesi insediatisi a New Orleans. Questo gioco curioso, chiamato poque, dove si bluffava e si puntava, era simile al draw poker ed era molto in voga agli inizi del 1800.
La prima sala da gioco americana fu aperta non a caso proprio a New Orleans, intorno al 1822, da un tizio chiamato John Davis. Il club, aperto 24 ore su 24, forniva cibo, alcol, roulette, tavoli di Faro, di poker e di altri giochi. Davis si assicurò che non mancassero le cosiddette painted ladies, cioè le donnine di facili costumi. Fu un successo strepitoso. Ben presto aprirono decine di club, rendendo il gaming l'attrazione principale di New Orleans.
Nascono gli sharper, antesignani degli shark
Lo status di porto internazionale e l'industria di gambling fiorente fecero nascere a New Orleans una nuova professione, quella dello sharper. I card sharp, o sharp, erano giocatori professionisti che utilizzavano le loro skill per ripulire i principianti. Sì, avete immaginato bene: è proprio da questa parola che deriva il termine shark, tanto in voga oggi.
Gambler professionisti, ma anche cheater professionisti, si riunivano in una zona vicino alla costa, chiamata "the swamp" ("la palude"), dove persino la polizia aveva paura di recarsi. Se un giocatore era così fortunato da riuscire ad andarsene dalla palude con il portafogli più gonfio, molto probabilmente veniva comunque ripulito dai ladri che bazzicavano all'esterno dei saloon e delle gambling room.
Il gioco d'azzardo era teoricamente dichiarato fuori legge nel resto dell'enorme territorio della Louisiana, ma nel 1811 New Orleans continuava a godere di ricchezze enormi grazie all'industria del gambling, e la cosa andò avanti per oltre 100 anni.
Con lo sviluppo del commercio fluviale, il gambling viaggiò su per il Mississipi e per i fiumi dell'Ohio, quindi ad Ovest tramite le carovane e - più tardi - la ferrovia. La prima testimonianza scritta del gioco d'azzardo negli Stati Uniti è datata 1834, quando Jonathan H. Greer si riferì a questo insieme di passatempi etichettandoli come "cheating game". E questo è solo l'inizio della leggenda del poker...
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