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Phil Ivey e la maledizione da 4,4 milioni della nuova Full Tilt

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Phil Ivey, della vecchia Full Tilt era l’uomo immagine per eccellenza: testimonial, membro del ristretto team pro e socio di Tiltware (la holding che deteneva i diritti del marchio della red room). Ma soprattutto Ivey su quella piattaforma, era intoccabile, imbattibile, capace di vincere ai tavoli high stakes online la bellezza di 20 milioni di dollari.

Il vento però cambia, gli anni passano e come in tutte le discipline competitive, si fanno largo i giovani talenti. Nell’online le cose vanno di fretta, troppo anche per il re del poker. Dalla ripresa dell’action sulla nuova Full Tilt, nel dicembre del 2012, Polarizing ha bruciato più di 4,4 milioni di dollari.

Ed anche il 2014 è stato disastroso con un passivo di 1,7 milioni.

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Da poche settimane, Ivey sembra aver ritrovato confidenza con il field ed anche stanotte è risultato il migliore chiudendo la sessione in attivo di 138.000 $ ai tavoli 2-7 Triple Draw. Gran parte del suo profitto è maturato a spese del tedesco Sanlker e Cort "thecortster" Kibler-Melby. In 255 mani, Polarizing ha chiuso con un profitto di $113.000, dopo un novembre d'oro.

Un “timido” raggio di sole dopo la tempesta?  Gli ultimi anni per Ivey sono stati un vero uragano dal punto di vista finanziario: prima il divorzio (cruento) con la moglie, poi il crack finanziario di Full Tilt, per arrivare ai nostri giorni con la sentenza negativa che ha respinto le sue richieste di pagamento delle vincite ai tavoli di baccarat a Londra, fino alla chiusura (temporanea) della sua room online (che dovrebbe essere rilanciata nel 2015).

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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