Tamas Lendvai è uno dei giocatori del momento sulla scena live: l'ungherese ha ottenuto risultati eccellenti nel 2010, e nel 2011 ha già piazzato un grandissimo risultato come il terzo posto nell'EPT di Madrid. AssoPoker ha quindi colto l'occasione per intervistarlo, dandovi la possibilità di ascoltare l'intera intervista cliccando sul player a fondo pagina.
Tamas, hai vinto l'IPT di Venezia e la Tournament Leaderboard della stagione IPT 2010, ma sei appena arrivato terzo all'EPT di Madrid: congratulazioni per questi risultati...
“Grazie mille. Permettimi di ringraziare tutti i tifosi italiani che mi hanno fatto sentire il loro affetto, è stato molto importante per me durante il torneo. Ho letto tutti i messaggi e le e-mail, ed è stato di grande aiuto per i momenti più difficili del torneo”
I giocatori italiani ti conoscono soprattutto grazie al poker live, ma so che sei vincente anche nel poker online: puoi dirci qualcosa di più sulla tua carriera?
“Ho cominciato a giocare circa cinque anni fa in piccoli circoli, ed ho sempre giocato soltanto tornei, sia online che live. Preferisco questi ultimi perché credo di avere delle buone read dal vivo, riesco a cogliere il flow della partita e ad avere un giusto timing nel prendere le mie decisioni. Online non gioco molto, mi dedico soprattutto ai tornei domenicali, ed anche se non ho ottenuto risultati eclatanti ho un buon R.O.I. (ha vinto oltre 200.000 $ su PokerStars.com n.d.r.)”.
Il tuo 2010 è stato straordinario, ma pare che questo 2011 possa essere ancora migliore...
"Lo è già, nonostante la mia prima grande vittoria, a Venezia, sia stata la più importante. Anche alla PCA nel 2010 non sono andato lontano dal tavolo finale, arrivando 20esimo: un risultato frustrante, perché il field in tornei del genere è enorme. Ma sono soddisfatto: non si può vincere ogni showdown. Credo che l'EPT di Madrid non abbia paragoni in termini di difficoltà del field con qualsiasi altro torneo: nel Main Event WSOP per arrivare in fondo devi superare migliaia di avversari, ma il livello medio è piuttosto basso”.
A proposito di Madrid, al tavolo finale avevi Andrew “azntracker” Li ed Eugene “fishosaurusrex”Yanayt: che impressione ti hanno fatto, e qual'è il giocatore che ti è piaciuto di più?
“Ho giocato con entrambi anche nelle fasi iniziali e sono ottimi giocatori. Andrew Li è fantastico, estremamente aggressivo: è uscito come ottavo solo perché era short stack, ed anche Eugene giocava molto bene, senza alcuna pressione portata dal payout. Un altro giocatore che mi è piaciuto molto è Alex Gomes: abbiamo giocato assieme per tre giorni e siamo diventati amici”.
Come si riesce a gestire la pressione di un tavolo finale dwll'importanza dell'EPT di Madrid?
“Le cifre erano enormi, fra la quarta e la terza posizione c'era un balzo pari alla vincita di un IPT. E' difficile giocarlo come se fosse un torneo qualunque, ma uno dei miei punti di forza è quello di riuscire ad essere sempre tranquillo e fiducioso al tavolo. Sono stato orgoglioso del mio gioco, senza particolari errori: al final table ogni mano era di fatto una bolla, e quella del tavolo finale la si può considerare la più grande anche per l'aspetto mediatico”.
La nuova stagione IPT sta per iniziare: dopo aver ottenuto grandi successi, quali sono i tuoi obiettivi per quella in arrivo?
“Sarebbe bello vincere di nuovo, visto che nessuno è riuscito a conquistarne due, e di certo non darò via facilmente le mie fiches: un altro dei miei punti di forza è quello di riuscire a giocare sempre molto vicino al mio A game, anche nei side event”.
Quali pensi sia l'errore più comune che commette il giocatore italiano medio quando è ad un torneo live?
“Giocano troppi piatti fuori posizione con lo scopo di guardare il flop, oppure fanno bluff poco credibili, ma credo che i giocatori italiani diventino migliori ogni anno: la community è molto attiva e ci sono vari strumenti per migliorarsi, come i forum o i siti di coaching. Conosco diversi giocatori italiani forti e sono certo che raggiungeranno ottimi risultati, alcuni lo hanno già fatto”
Le WSOP sono ormai dietro l'angolo: hai già un'idea dei tornei che andrai a giocare?
“Sarò a Las Vegas dal 10 giugno e giocherò tutti i tornei di No Limit Hold'em, una dozzina oltre al Main Event: nonostante assomigli ad una lotteria la struttura è buona. Di certo mi piacerebbe vincere un braccialetto, ma so quanto sia difficile in tornei simili, visti i field molto numerosi. Farò del mio meglio, come sempre”.
Prima del tavolo finale dell'EPT di Madrid hai detto che non ti consideri un giocatore professionista a tempo pieno: hai cambiato idea dopo quel risultato?
“Ho una compagnia di sicurezza, che credo manterrò: nonostante dedichi molto tempo al poker sono sempre stato un imprenditore, e penso che lo rimarrò anche adesso che ho mostrato di avere del talento nel Texas Hold'em. Mi piace tenermi in contatto con le persone al di fuori del mondo del poker, che è una sorta di realtà fantastica dove possono accaderti cose straordinarie ogni giorno. E' importante procedere passo dopo passo: anche se ho vinto circa 1.500.000 $ mi sento un ragazzo normale con i piedi per terra”.
Mi ha colpito il fatto che ad ogni torneo a cui partecipi quando vieni eliminato cominci a fare il blogger con tua moglie...
“Sì, è importante per me, mi piace dare informazioni sugli altri giocatori: ho un sito che seguo con lei, e così dopo dieci minuti dall'eliminazione posso mettermi a lavorare come blogger, come hai visto non mi dispiace”.
Adesso sei nella terza posizione della All Time Money List ungherese, immagino quindi tu sia molto popolare...
“Molti giocatori mi conoscevano anche quando non avevo ottenuto risultati, sono sempre stato disponibile anche con players dei limiti bassi. Vincere così tanto porta invidia da parte di qualcuno, ma credo si tratti dell'1% dell'intera community, gli altri sono molto felici per me, ed anch'io cerco di fare qualcosa per loro: magari se verrò sponsorizzato potrò fare dei video per i giocatori ungheresi”.
L'ultima domanda che volevo farti è su tua moglie: siete arrivati al tavolo finale assieme in un side event del WPT di Venezia, è sempre con te nelle tue trasferte, insomma sembra che anche nel tuo caso dietro a un grande uomo ci sia una grande donna...
“Senza il suo supporto non sarei riuscito ad arrivare tanto lontano, ai tavoli da poker come nella vita in genere. Ormai è un affare di famiglia, e rende molto più semplice tutto quanto: il mio consiglio ai giocatori è proprio quello di insegnare alla propria compagna a giocare a poker, così che possano andare ai tornei assieme...”
Un consiglio, quello di Tamas Lendvai, che in molti si saranno certamente già premurati di seguire...
Piero “Pierelfo” Pelosi