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Poker pro non tassati in Francia, per ora...

tasse-poker-franciaIn Francia i redditi dei players sono finiti sotto la lente d’ingrandimento di alcune forze politiche che stanno spingendo per un’equiparazione con gli altri liberi professionisti sotto il profilo del trattamento fiscale. In particolare, il partito socialista ha presentato un emendamento volto a disciplinare la materia. Per fortuna i giocatori d’Oltralpe potranno passare l’estate rilassati perché la discussione è  stata rinviata a settembre.

Promotrice della 'simpatica' iniziativa è la deputata Aurelie Filippetti, ‘mal intenzionata’ nei confronti dei rounders transalpini. Secondo quanto riporta il web-site francese Gambleur Life, la commissione competente ha preferito prendersi ancora qualche mese di riflessione prima di redigere il testo definitivo: “se da un lato – si legge nei verbali – è auspicabile una modifica sotto il profilo fiscale, dall’altro abbiamo analizzato con favore i primi mesi del gioco online. Pertanto è meglio rimandare in autunno qualsiasi aggiornamento”.

La commissione vuole prendere tempo ed analizzare bene i pro ed i contro. Come in molti paesi europei (specie scandinavi) i giocatori professionisti sono costretti a dichiarare le vincite, però il gambling online francese sta vivendo una fase molto delicata: operatori e giocatori si lamentano per una tassazione alla fonte (applicata sul fatturato) che lascia pochi margini vitali. In caso di ulteriori imposte, gli equilibri di mercato salterebbero definitivamente e molti players si trasferirebbero all’estero, come ha già fatto, ad esempio, Bertrand “Elky” Grospellier che ha preso residenza a Londra.

A Parigi e dintorni, le vincite provenienti dal gioco d’azzardo sono esenti da ogni prelievo fiscale ma la parlamentare francese sostiene che essendo il poker un gioco d’abilità, deve essere soggetto ad un diverso regime. Nel suo intervento nella commissione parlamentare, l’onorevole ha svelato le sue intenzioni, promettendo battaglia alla ripresa dei lavori a settembre: “Il mio emendamento è volto a disciplinare i redditi prodotti dai giocatori professionisti del poker”.

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“Le vincite – continua la deputata socialista – dei giochi d’azzardo non possono essere considerate come reddito tassabile, in base all’articolo 168 del codice delle imposte. Però c’è da fare una distinzione: se il gambler è in grado di influenzare i risultati ed è capace di speculare sul gioco, tutto cambia. Per questo motivo non va considerato alla stregua di lotterie e casinò. Il poker è un gioco d’abilità ed i players hanno la capacità di assicurarsi un reddito costante”.

La deputata ha poi citato una precedente sentenza analoga sul bridge emessa dal tribunale di del Clermont-Ferrand. Secondo gli ultimi dati sono 3 milioni i giocatori che gravitano nell’online francese e vi è una buona percentuale di giocatori professionisti “che guadagnano diverse migliaia di euro l’anno e dovrebbero essere tassati. Il poker richiede abilità ed esperienza e riduce l’alea legata al gioco, pertanto è legittimo applicare le imposte sul reddito”.

“Vi sono – continua la parlamentare socialista – diversi indici sul carattere della professionalità dell’attività: la partecipazione frequente ai tornei live e online, oltre alle vincite costanti”. Si preannuncia un autunno caldo per i giocatori francesi.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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