Phil Ivey ha raggiunto l’Irlanda ed ha incontrato i vertici di Full Tilt Poker nella sede di Pocket Kings (la società che gestisce il marketing della red room) a Dublino. Sembra che il vertice sia stato utile in vista di una riconciliazione clamorosa tra le parti, almeno secondo quanto ipotizza il portale statunitense Subject Poker.
Al momento, però si tratta solo di indiscrezioni perché nessuno ha voluto commentare i rumors e rilasciare dichiarazioni ufficiali. I toni del confronto sono stati molto cordiali e Ivey è uscito sorridente e rilassato in volto. Un atteggiamento che fa ben sperare, dopo la nota querelle legale di tre settimane fa.
Nei primi giorni di giugno, il giocatore aveva presentato alla Corte Distrettuale della Contea di Clark, in Nevada, un atto di citazione nei confronti di Tiltware (la holding che controlla Full Tilt), con una richiesta di risarcimento danni per 150 milioni di dollari. Ivey contestava a Howard Lederer e soci, una cattiva gestione della società, incapace di restituire i fondi ai giocatori statunitensi dopo le note e spiacevoli vicende del black-Friday. Un comportamento che ha leso anche l’immagine del campionissimo.
Non si è fatta attendere la risposta pubblica di Full Tilt Poker che sta sbloccando diversi conti bancari per il pagamento in USA dei players. Proprio in quei giorni di roventi polemiche, uno dei principali responsabili della gestione finanziaria, Raymond Bitar (rinviato a giudizio dalla procura di New York), stava trattando in Irlanda con potenziali nuovi investitori e l’intervento pubblico, a gamba tesa, di Phil Ivey è stato interpretato come un’azione di “sabotaggio”, in una fase delicata delle trattative.
Per questo i vertici di Full Tilt Poker sono rimasti molto irritati con il giocatore californiano che è uno degli azionisti più in vista di Tiltware ed è testimonial storico del brand Full Tilt Poker. Secondo quanto riporta Subject Poker, però le parti potrebbero riconciliarsi a breve. Tanto rumore per nulla? Vedremo nei prossimi giorni ma nulla sarà mai come prima.