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La trappola dello slowplay, istruzioni per l'uso!

Far diventare lo slowplay un'abitudine è un erroreAi giocatori di poker principianti viene insegnato che fare slowplay, ovvero giocare passivamente un punto molto forte, è un grave errore: vediamo quindi perché spesso è così e se ci possano essere delle circostanziate eccezioni.

Ammettiamo che siate seduti ad un tavolo di cash game NL25, e che il giocatore sul CO (con statistiche 25/17 AF 2.9) rilanci a 0.75 €. Voi chiamate con q j , e lo stesso fanno i giocatori sui bui: il flop è q j q . Cosa dovreste fare, a parte esultare?

Ammettendo che sia i giocatori sui bui che il cut-off optino per un check, imitarli sarebbe uno sbaglio. Potreste magari pensare che nulla o quasi può battere la vostra mano, e quindi con il terrore di far foldare tutti quanti potreste convincervi che concedere una free card non sia poi un peccato tanto grave: qual'è allora il punto debole del vostro ragionamento?

Un punto a sfavore del check sta nell'assunto che uno degli aspetti più difficili del gioco è guadagnare denaro quando i vostri avversari hanno mani deboli, o addirittura niente.

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Se infatti uno di loro avesse j j le vostre azioni avrebbero in fondo poca importanza: a prescindere dalle vostre scelte finirete molto spesso all-in. Ma cosa accadrebbe nel caso in cui lo SB avesse ad esempio una mano più probabile e al tempo stesso vulnerabile, come ad esempio 8 8 o j 9 ?

Checkando create i presupposti perché il piatto che vincerete sia più piccolo del “dovuto”. Il vostro avversario potrebbe infatti veder cadere carte che lo faranno sentire ancora più incerto, tanto da farlo foldare di fronte a qualsiasi puntata successiva. Magari sarebbe disposto a chiamare una bet al flop, ma se al turn cadesse l' a sarebbe verosimilmente molto più incline al fold.

Se invece avesse una mano come 6 5 è probabile che pagherebbe una puntata sia al flop che al turn, ma che foldi molto spesso al river nel caso in cui il suo progetto non si chiuda: checkando flop avete quindi perso una “street” di valore, ovvero non avete vinto tutto quello che il vostro avversario era disposto a spendere.

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Tendere trappole è uno sport pericoloso...Immaginiamo ora uno scenario apparentemente simile, ovvero quello in cui abbiate le stesse carte sullo stesso flop, ma dove siate stati i soli a chiamare la puntata preflop del cut-off.

In questa circostanza, trovandovi contro un solo opponent anziché tre, la probabilità che le sue carte non abbiano nulla a che fare col board aumenta.

Per questo, di fronte al suo check fare altrettanto potrebbe offrire dei vantaggi, specie contro alcuni giocatori. Da un lato il vostro avversario potrebbe trovare al turn delle carte che migliorano la sua mano e con cui si immagina vincente, dall'altro la vostra finta debolezza potrebbe indurlo ad aggredirvi anche con niente, facendovi quindi vincere denaro che non avreste ottenuto puntando.

Tuttavia, notate bene come si tratti di un caso particolare e circoscritto, dove peraltro puntare non sarebbe un errore: elevarlo a regola generale o cedere alla tentazione di farne quasi una religione significherebbe più spesso vincere meno di quanto avremmo potuto, e quindi in definitiva perdere denaro che altrimenti sarebbe stato nostro.

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