Nella serata di martedì 24 gennaio, è arrivata l’atteso semaforo verde per Bernard Tapie: i vecchi proprietari di Full Tilt Poker hanno votato a maggioranza il passaggio definitivo del patrimonio del gruppo al Dipartimento di Giustizia USA (DoJ) che lo consegnerà nelle mani del manager francese, nonostante le ultime clamorose resistenze di Chris “Jesus” Ferguson.
L’accordo definitivo è stato quindi siglato ed i soci di Tilt si sono chiamati fuori. Ora manca solo l’attivazione della licenza da parte dell’Alderney Gambling Control Commission (AGCC), seppur l’ultima scadenza rimane fine febbraio: entro tale termine dovranno essere versati 80 milioni di dollari al DoJ, nel caso contrario l'accordo originale perderà efficacia. C'è poi l'incognita Ferguson anche se le azioni legali minacciate da Jesus finiranno, con ogni probabilità, nel vuoto.
L’indiscrezione, come vi avevamo anticipato, è stata rivelata da Gaming Intelligence e nelle ultime ore la cessione è stata confermata da nostre fonti molto affidabili. Bernard Tapie è in questo momento a Londra per l’ICE 2012, la fiera mondiale del gioco, con il suo mega stand dell’International Poker Stadium Tour ed ha fatto capire quali saranno i suoi progetti per la red room.
L’ex presidente di Adidas e del Marsiglia calcio cercherà di accelerare i tempi di riattivazione ma non sarà semplice. Tapie vorrebbe essere online già dall’1 marzo ma dipenderà dai tempi burocratici imposti dall’ AGCC. E’ logico pensare che ci vorrà qualche settimana in più ma dai colloqui con l’ente regolatore, emerge comunque una buona dose di ottimismo.
Tapie vuole inoltre dare un impulso innovativo alla red room: è convinto che non sia il caso di cambiare brand ma è allo studio un nuovo logo che contrassegnerà questa seconda fase della vita societaria di Full Tilt, come segno di discontinuità dalla scellerata precedente gestione finanziaria.