Stefano Romano, conosciuto sul forum di AssoPoker come “StupidSte”, ha scoperto il poker quando in Italia era ancora roba per pochi: non a caso, come molti altri prima di passare al Texas Hold'em è solito giocare a “Magic: The Gathering”.
Laureato in fisica e attualmente impegnato in un dottorato di matematica, chi lo conosce non si sorprende dei risultati che ha ottenuto nel tempo: “Decisi di applicarmi seriamente dopo un Erasmus a Parigi, leggendo forum e guardando molti video, ma finché non ho interagito direttamente con altri giocatori i miei miglioramenti sono stati piuttosto lenti”.
Uno dei primi con cui entra più strettamente in contatto grazie ad AssoPoker è Enrico “suited connector” Fabrizi: insieme iniziano a dedicarsi ai tornei di poker online, cogliendo entrambi risultati piuttosto importanti. “Ho vinto due Sunday Special assieme ad altri piazzamenti, ritrovandomi a disposizione un bankroll consistente. In quel periodo per alcuni mesi le cose andarono molto bene, certo più del normale”.
Stefano, nonostante si renda conto tanto della passione che nutre per il poker, invece di diventare un professionista full time decide di proseguire gli studi in matematica, ed è quindi costretto ad abbandonare i tornei per dedicarsi al cash game.
Una scelta in controtendenza nel panorama dei giocatori vincenti a buoni livelli, che fa il paio con quella di concentrarsi sul fullring anziché sul 6-max: “Nel gioco short handed non avevo mai ottenuto risultati rilevanti, mentre con il cash game italiano ed il fullring le cose sono cambiate. Le dinamiche sono meno aggressive, il ritmo della sessione più lento, e personalmente tendo a concentrarmi molto più sui giocatori verso cui sento di avere un edge netto piuttosto che su altri regular capaci di compiere pochi errori o su cui non ho read chiare”.
I suoi risultati su PokerStars.it, dove gioca come "eazygame.it" soprattutto fra il NL100 e NL200, parlano da soli: “Ho avuto una media di oltre 11 bb/100 su 300.000 mani giocate, grazie anche al fatto di non giocare mai più di dodici tavoli. Altri regular in alcuni periodi sono arrivati ad aprirne il doppio, si tratta di una tendenza diffusa, quella di concentrasi molto sul volume”.
Un aspetto che tra l'altro secondo Stefano impedisce a molti di scalare i livelli, relegandoli ai microlimiti: “L'atteggiamento è quello di sminuire la difficoltà delle decisioni da prendere, etichettandole come standard solo perché ricorrenti senza concentrarsi mai abbastanza sul miglioramento del proprio gioco”.
“StupidSte” spiega quanto il regular della sua specialità sia un po' “nit dentro”, solido e tendenzialmente preciso ma non del tutto al proprio agio quando si trova coinvolto in situazioni lontane dalla propria “comfort zone” : “Giocare ad alti livelli six-max o heads-up è un'altra cosa, molto più complessa dove al di là della tecnica contano molto la sensibilità del flow della sessione o l'intuito, ed è quello che fa la differenza”.
Attualmente Stefano alterna periodi in cui si focalizza sul poker ad altri in cui si dedica maggiormente alla ricerca, trovando un equilibrio che ora lo soddisfa: “Giocare per vivere è molto bello se hai passione, ma può non bastarti se ti senti intellettualmente curioso e vuoi essere attivo su più fronti. Inoltre rischia di allontanarti dagli altri, con cui spesso è difficile condividere davvero questa esperienza perché è diversa da quelle normali, e questo accade anche con la matematica”.
Nonostante giochi a livelli dove quanto vinto inizia ad essere importante, “StupidSte” ha mantenuto un rapporto sano coi soldi, come molti altri secondo lui: “In generale penso che chi ha vinto molto col poker abbia un'impronta piuttosto razionale che lo renda in grado di gestire il denaro, fatti salvi gli eccessi occasionali o i casi isolati, i professionisti che hanno un approccio serio al gioco lo hanno anche coi propri risparmi”.
Per diminuire la varianza che rimane intrinseca nel poker, infine, Stefano ha un consiglio semplice ma importante: “Una delle ragioni per cui gioco pochi tavoli è quella di dover affrontare meno swing, in quanto così il mio edge non si riduce, ed anche scegliere una disciplina piuttosto che un'altra incide. Rinuncio così a vivere periodi in cui vinco in modo eccezionale, ma dovendo fare anche altro voglio aver cura pure della mia stabilità emotiva”.
Ed a quanto pare, i risultati sembrano decisamente dargli ragione.
Di seguito, puoi ascoltare l'intervista integrale a "StupidSte" semplicemente cliccando sul player: