Clamorose indiscrezioni filtrano da Bruxelles sul decreto per la disciplina del Betting Exchange (scambio scommesse) mandato in notifica dall’Italia alla Commissione Europea a gennaio.
L’atto normativo, previsto dal ‘Decreto pro Abruzzo’ include norme che potrebbero tracciare una nuova strada rivoluzionaria per il gaming online internazionale: la creazione di una liquidità comune tra più stati, il sogno di molti pokeristi e scommettitori italiani e non solo.
Un concetto che potrebbe presto applicarsi anche al poker online, considerando che Francia e Italia stanno lavorando da tempo a questo progetto che ha riscontrato il gradimento anche di Spagna e Gran Bretagna.
L’indiscrezione è emersa dopo il parere negativo depositato il 30 marzo proprio del governo iberico.
Procediamo con ordine: a gennaio, l’Italia manda in notifica il Decreto sul Betting Exchange, ovvero lo scambio scommesse tra giocatori. In altre parole i gamblers possono puntare oppure bancare (cioè accollarsi il rischio della scommessa). La piattaforma che offre questo servizio ha diritto di trattenere (al massimo) una commissione del 10% sull'importo della scommessa, secondo quanto prevede il decreto (puntata minima €0,50, vincita massima €10.000). La percentuale media di mercato (sulle .com) si aggira sul 5%. La casa da gioco deve pagare all’Erario 20% sui profitti.
A livello internazionale ha rivoluzionato il mondo del betting proprio perché consente agli scommettitori di accollarsi (con determinati limiti) il rischio del banco. Ma è un sistema che funziona solo se vi sono molti utenti registrati, nel caso contrario è difficile poter riscontrare un punto di equilibrio tra domanda ed offerta e stabilire una quota equa.
Da qui l’idea di AAMS di inserire una norma nel decreto che prevede un futuro fondo di liquidità tra i vari paesi dell’Unione Europea, un unico bacino per tutti gli scommettitori del Vecchio Continente che, in questo modo, possono scambiarsi le varie puntate.
Un modo realistico di regolamentare il mercato, considerando che sulle .com i flussi sono impressionanti (in particolare sulla piattaforma Betfair). Addirittura sono gli stessi bookmakers che sovente ‘scaricano’ il rischio (cioè le puntate accettate in eccesso su un determinato risultato di un evento sportivo) sui network di Bet Exchange.
Sotto il profilo politico, è significativa la posizione ufficiale intrapresa dall’ Italia che dalle parole è passata ai fatti. Presto anche il poker online potrebbe essere coinvolto, considerando che anche in questo settore si riscontrano le medesime esigenze: più utenti e maggiore action, con sfide internazionali più stimolanti per tutti.
Come un fulmine a ciel sereno però il Governo spagnolo il 30 marzo ha presentato un parere negativo alla Commissione Europea sul decreto in notifica: in questo modo l’efficacia del decreto, se non vi saranno altri imprevisti, slitterà di un mese ed il periodo dovrebbe concludersi il 18 maggio. La Spagna teme un aggiramento da parte dell’Italia delle regolamentazioni dei mercati interni e auspica misure condivise, in tal senso, tra tutti i paesi membri dell’UE.
La posizione iberica sembra un po’ pretestuosa ed è probabile che dietro vi sia la pressione di alcuni bookmakers tradizionali che temono la concorrenza del Bet Exchange (le quote sono tendenzialmente più alte), considerando che a Madrid siamo in una fase molto delicata e l'ente regolatore spagnolo sta assegnando le prime licenze.
I rappresentanti del Ministero dell’Economia dovranno inviare le proprie risposte a Bruxelles ma è molto probabile che il Betting Exchange sia limitato solo ai giocatori italiani, almeno in un primo momento. E' chiaro però che il futuro del gioco online non può non essere la liquidità internazionale e la Spagna dovrà adeguarsi alle leggi del mercato.
Esprimi la tua opinione sul forum!